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martedì 19 maggio 2009

Messa in sicurezza dei porti di Marina Corta e Sottomonastero. Due avvisi di garanzia nel contesto dei ritrovamenti archeologici

Due avvisi di garanzia sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Barcellona nel contesto delle indagini avviate subito dopo il ritrovamento nell'area sottomarina di Sottomonastero, a seguito di dragaggio dei fondali, dei plinti di base appartenenti ad una struttura risalente al I-II° secolo dopo Cristo posizionata, presumibilmente, all'ingresso del porto romano di Lipari. Destinatari degli avvisi di garanzia sarebbero il titolare della ditta appaltatrice dei lavori di messa in sicurezza del porto di Sottomonastero e Marina Corta a Lipari(la Scuttari di Chioggia) e il responsabile del pontone che effettuò i lavori di dragaggio e di trasferimento della sabbia prelevata a Sottomonastero nei cassoni modulari posizionati a Marina Corta. Come si ricorderà il 30 maggio 2008, a seguito di segnalazione di un cittadino a bordo del pontone “San Luca”, vennero ritrovati i tre plinti di base “estratti” da quella che poi si rivelò l'area archeologica di Sottomonastero e, contestualmente, venne accertato che uno dei cassoni modulari, funzionali al prolungamento e alla messa in sicurezza del molo di Marina Corta, era stato riempito con sabbia proveniente dal sito archeologico. Situazione quest'ultima che portò il 7 giugno del 2008 la Procura della Reppublica a disporre, attraverso i carabinieri di Lipari, il sequestro non solo del manufatto “incriminato” ma anche degli altri due (successivamente dissequestrati). Il sequestro del primo cassone, quello più vicino alla vecchia struttura portuale e dove si presume possano esere finiti dei reperti insieme alla sabbia, di fatto blocca il proseguimento dei lavori. A tal proposito, però, si deve registrare una sostanziale ed importante novità. Dalla Procura è arrivato il via libera al dissequestro che avverrà lunedì prossimo, previo svuotamento del cassone. L'operazione sarà effettuata sotto la supervisione sia dell'ing. Giuseppe D'Andrea, perito nominato dal dottor Domenico Musto della Procura, e di un componente della Sovrintendenza del mare. A quel punto i lavori potranno riprendere mentre il materiale prelevato dal cassone sarà esaminato per verificare la presenza di reperti.