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venerdì 22 maggio 2009

SIREMAR: BUFARDECI, “VOGLIAMO RELAZIONE CREDIT SUISSE”

Continua il braccio di ferro tra la Regione siciliana e il Ministero dei Trasporti sulla vicenda Siremar, dopo la chiusura del vicepresidente Titti Bufardeci alle proposte formulate nella riunione del tavolo tecnico permanente di ieri pomeriggio a Roma. “Appena chiediamo di vedere le carte di Siremar – afferma Bufardeci – sembra quasi di toccare un simulacro inespugnabile. Non sappiamo nulla dei debiti contratti con le banche, del passivo accumulato, dello stato della flotta e del personale. Non è serio chiederci di distogliere dal nostro bilancio delle somme, di impossibile quantificazione allo stato attuale, da destinare al ripianamento delle possibili e ingenti perdite di esercizio della Siremar. A questo punto chiediamo con forza che ci venga consegnata la relazione di Credit Suisse, advisor per la privatizzazione, per conoscere realmente lo stato patrimoniale e funzionale di Tirrenia e per capire cosa si nasconde dietro il velo di silenzio che avvolge Siremar”.
Per il vicepresidente, il governo nazionale non ha mantenuto fede alle rassicurazioni fornite nei mesi precedenti, all'amministrazione regionale e ai sindaci delle isole minori: non metterà mano al portafoglio. Ai conti di Tirrenia mancano 46 milioni di euro per garantire l'intero assetto nautico del gruppo. “La cosa peggiore – spiega il vicepresidente della Regione siciliana Bufardeci – è che questa somma è destinata ad aumentare nel tempo. Occorre una riflessione seria. Il programma operativo di Tirrenia costa 220 milioni di euro. Per coprirne i costi, il governo nazionale ha prelevato 174 milioni dai Fas, ed è bene ricordare che si tratta di risorse delle Regioni. E siccome non si accontentano, vogliono pure il resto, nonostante il preciso impegno del Ministro a fare fronte con risorse statali. La quota mancante la vogliono da noi. Non è accettabile sedersi a un tavolo tecnico con la minaccia di vedersi tagliati in futuro i collegamenti se non si aprono i cordoni della borsa. Purtroppo, questo è quello che è successo in questa settimana di trattative”.
Con una nota, il dipartimento regionale dei Trasporti, ricostruisce gli ultimi mesi della trattativa e spiega la posizione dell'amministrazione siciliana. Il Ministero, infatti, per procedere alla privatizzazione del gruppo, ha proposto la stipula di contratti di servizio in regime di convenzione tra le regioni interessate e le società del gruppo Tirrenia che si occupano dei trasporti marittimi regionali. La procedura è suggerita nella relazione dell'advisor, con l'obiettivo di rendere appetibile la cessione della società che altrimenti potrebbe non avere acquirenti. Per la Sicilia è in ballo la posizione di Siremar. Le riunioni tecniche si sono tenute il 15 e il 19 maggio e hanno evidenziato differenti posizioni da parte delle regioni interessate (Liguria, Lazio, Sardegna, Campania, Toscana e Sicilia). Due le ipotesi di lavoro per ottemperare alla richiesta del governo nazionale: le regioni potrebbero prelevare le società regionali e procedere esse stesse alla privatizzazione (è il caso di Sardegna e Campania); in alternativa, le regioni lascerebbero al Ministero la procedura di privatizzazione per subentrare successivamente nella stipula dei vari contratti e gestirli in autonomia (è la posizione di Toscana, Liguria e Lazio). “Non possiamo percorrere alcuna di queste procedure – spiega Bufardeci – perchè entrambi i casi descritti sono incompatibili con il sistema onerato di collegamenti marittimi che la Sicilia, prima regione in Italia ad adeguarsi alle normative comunitarie adottando procedure di liberalizzazione del settore, ha implementato dal 2002. E' un sistema che oggi ha un valore logistico ed economico superiore a quanto offerto dallo Stato con Siremar. Credo che si possa definire assurda la penalizzazione per la Sicilia che si dimostra la regione più virtuosa, unica in Italia ad avere adempiuto al dettato normativo europeo”.
Il dipartimento regionale ha proposto al Ministero due opzioni: lasciare allo Stato la possibilità di esercitare la competenza sulla privatizzazione di Siremar insieme a Tirrenia, e la gestione dei relativi contratti; oppure, trasferire alla Regione siciliana le risorse che ogni anno lo Stato destina a Siremar. Le somme verrebbero utilizzate sempre con il sistema di collegamenti onerati ai sensi della legge regionale del 2002, in pratica affidando ai privati, mediante gare pubbliche di livello europeo, i servizi oggi assicurati da Siremar.