Per anni l’abbiamo fatto poco prima dell’Annunziata, passando sotto al costone con relativa casa pericolante, transennato sempre per anni prima dell’intervento finale di messa in sicurezza della Provincia dell’estate scorsa; non abbiamo fatto in tempo finalmente a tirare un sospiro di sollievo che… alèè… ecco che un po’ più su un altro costone, già messo da tempo in momentanea sicurezza con reti e tralicci metallici, comincia a fare i capricci, viene segnalato il possibile pericolo già durante l’estate, ma nessuno si muove. C’è l’atavica indolenza e malsana abitudine di lasciare sempre alla natura l’iniziativa; noi uomini tecnologici, che non sappiamo più muoverci in auto senza il satellitare, che monitoriamo tutto, che straparliamo sempre di prevenzione e di controllo degli elementi naturali, siamo in fibrillazione quando si tratta di intervenire laddove è necessaria semplicemente una manutenzione, anche straordinaria.
Così un paio di mesi fa qualcuno ha notato qualche “sasso” in equilibrio troppo precario e la strada è stata chiusa per qualche giorno(con gravi problemi di circolazione) per fare un’indagine conoscitiva più approfondita e far cadere in sicurezza i “sassi” più precari.
Nulla di più per il momento, le reti lacerate in più punti sono rimaste tali e quali, si sono messe le transenne proprio sotto il muro di contenimento, tanto per far “allargare” un po’ le auto e non si è saputo più niente, né si è visto più nessuno.
Passeranno tanti altri anni? Continueremo tutti i giorni a vivere lo stress di rischiare la nostra incolumità passando sotto a questo malfermo costone, sperando che il Caso, oppure S. Bartolo, sia buono con noi e continui a scongiurare una sempre possibile tragedia?
Penso veramente che in queste situazioni, per smuovere le Pubbliche Amministrazioni competenti ed obbligarle ad intervenire con la necessaria e dovuta tempestività, dovremmo denunciarle per grave e colposa trascuratezza e richiedere tutti un adeguato risarcimento dei danni per il costante stato di angoscia e di stress per il quotidiano pericolo.
Giansanto Lo Giusto
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