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mercoledì 9 maggio 2012

Che confusione con i conteggi nei seggi

Gazzetta del Sud - Max Passalacqua
Il "pasticcio" del calcolo delle percentuali di voti riportate dai vari candidati sindaco in Sicilia, con l'Ufficio elettorale dell'assessorato regionale delle Autonomie locali che ha prima sconfessato i conteggi effettuati dai Comuni salvo poi fare marcia indietro e confermare i risultati emersi in nottata (corrette dunque le percentuali già attribuite, per esempio il 47 per cento di Leoluca Orlando a Palermo, e quattro sindaci eletti al primo turno e non costretti al ballottaggio), è il risultato di un'incongruenza nel cosiddetto "combinato disposto", ovvero del conflitto tra la nuova legge elettorale, la n. 6 del 2011, e la "vecchia" L.R. 35/97 che è stata modificata in alcune parti.
In termini semplici, l'innovazione della norma del 2011 consiste nella scomparsa del cosiddetto «voto di trascinamento», che permetteva al candidato sindaco (anche qualora la sua casella nella scheda elettorale non fosse barrata) di ricevere sempre il voto delle liste a lui collegate. Con il nuovo sistema, questo tipo di voto non è più valido per il sindaco: valgono quindi solo le effettive preferenze espresse barrando il nome del candidato prescelto, mentre i voti dati barrando solo la lista valgono esclusivamente ai fini dell'attribuzione dei seggi in Consiglio comunale.
Il problema è che il sistema di calcolo delle percentuali introdotto dall'art. 4, comma 3 della 35/97 (per il quale il totale dei voti validi è comprensivo sia di quelli per il sindaco che di quelli di lista, abbassando le percentuali dei candidati) è rimasto in piedi; almeno formalmente, perché in realtà si basava sull'assunto che ogni voto valido fosse automaticamente un voto a un candidato sindaco (per effetto del collegamento tra lo stesso e le liste che lo sostengono).
Cadendo questo collegamento, quella per il sindaco e quella per il Consiglio comunale diventano dunque due votazioni separate, che non si possono considerare insieme per calcolare un "quorum". Sarebbe come conteggiare insieme due schede di colore diverso (e probabilmente la doppia scheda sarebbe stata la soluzione migliore).
Un calcolo del genere porterebbe intanto a un "assurdo" dal punto di vista matematico, perché avremmo una somma delle percentuali di tutti i candidati sindaco inferiore a 100.
Inoltre, si potrebbero configurare delle situazioni-limite paradossali, come il caso della scheda votata barrando solo una lista e che, ai fini del numero dei voti validi sul quale calcolare le percentuali dei vari candidati sindaco, andrebbe computata – e non risulta sia stato fatto – due volte: come voto valido di lista e come voto (valido) per il sindaco!
Infatti, un'altra discrasia che è emersa riguarda proprio le schede bianche, che secondo l'Ufficio elettorale della Regione vanno ricomprese tra i voti validi, a differenza delle nulle: peccato che lo stesso assessorato regionale delle Autonomie locali abbia diffuso prima di questa tornata elettorale una circolare (la n. 6 del 12 marzo 2012) nella quale definisce i voti validi come «il totale degli elettori che si sono recati alle urne meno le schede bianche e le schede nulle»...

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