C’è un vulcano attivo, nel mare di Sicilia, quasi del tutto sconosciuto. E’ a venticinque miglia a sud-ovest di Sciacca, dove nel 1831 emerse la bizzarra e dispettosa isola Ferdinandea. Lacuna scientifica che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha deciso di colmare. Dal 17 al 21 luglio 2012 c’è stata infatti la prima campagna di monitoraggio multidisciplinare sottomarino nell’area dei banchi del Canale di Sicilia, condotta con l’ausilio della Nave da Ricerca ASTREA dell’ISPRA.
I ricercatori dell’INGV hanno fatto un rilievo multibeam[1] ad alta risoluzione che ha permesso di identificare nove distinti crateri monogenici[2], segno di altrettante storiche eruzioni che hanno avuto origine nell’area. Inoltre sono stati prelevati campioni di roccia dal fondale e campioni di gas dalle fumarole presenti in gran numero nell’area vulcanica.
A completamento delle operazioni, per prolungare il monitoraggio, sono stati deposti tre OBS/H dell’INGV, stazioni sismiche da fondo mare equipaggiate con sismometro larga banda e idrofono, in prossimità dei tre banchi. Questi strumenti acquisiranno dati sismo-acustici fino al loro recupero, previsto entro la fine dell’anno.
La campagna ha interessato il Banco Graham (6,9 m sotto il livello marino) e i vicini banchi Terribile (-20 m) a est, e Nerita (-16,5 m) a NE, che con il Graham costituiscono un ampio rilievo sottomarino che s’innalza dal fondale del Canale di Sicilia.
Fonte: INGV
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