Saranno Giovanni Pistorio e Giampiero D’Alia a mettere pace nel Pd? A quanto pare l’Udc cerca di mediare fra Rosario Crocetta e il suo Megafono da una parte, Beppe Lupo ed un’area molto larga del Partito democratico dall’altra. Il contenzioso riguarda il Megafono, diventato partito, e la composizione della giunta di governo.
Non accade tutti i giorni che un partito si faccia coinvolgere nelle beghe altrui, generalmente accade il contrario, che si approfitti dei guai di avversari ed alleati per guadagnarci sopra qualcosa. Il fatto è che qui può accadere che muore Sansone con tutti i filistei, il contenzioso Crocetta-Pd manderebbe a carte quarantotto la giunta di governo, la legislatura e gli equilibri politici siciliani faticosamente ricostruiti da Gianpiero D’Alia, Giovanni Ardizzone con il concorso, più recentemente, di Giovanni Pistorio.
Lo zoccolo duro dell’Udc nel contesto nazionale è la Sicilia, dopo la disastrosa alleanza con Scelta civica:giocarsi la Sicilia sarebbe un danno grave. Se Casini ha regalato mezzo partito a Mario Monti, D’Alia e Ardizzone si sono ripresi quasi per intero il partito che gli era stato “strappato” da Saverio Romano con la scissione del Pid, ormai divenuta irrilevante.
Infine, c’è da salvare l’intuizione iniziale. D’Alia è il peacemaker di Rosario Crocetta. Fu lui, non il Pd, a proporre la sua candidatura alla Presidenza della Regione, una svolta che modificò gli equilibri della campagna elettorale, portando l’Udc nell’area del centrosinistra, con successo in Sicilia.
Tanti buoni motivi, dunque, consigliano D’Alia e Pistorio a rimboccarsi le maniche. Per quanto ne sappiamo, c’è ottimismo sull’esito della missione. Siamo peraltro alla vigilia di appuntamento che fanno tremare i polsi in Assemblea, con il patto di stabilità in Aula.
Non accade tutti i giorni che un partito si faccia coinvolgere nelle beghe altrui, generalmente accade il contrario, che si approfitti dei guai di avversari ed alleati per guadagnarci sopra qualcosa. Il fatto è che qui può accadere che muore Sansone con tutti i filistei, il contenzioso Crocetta-Pd manderebbe a carte quarantotto la giunta di governo, la legislatura e gli equilibri politici siciliani faticosamente ricostruiti da Gianpiero D’Alia, Giovanni Ardizzone con il concorso, più recentemente, di Giovanni Pistorio.
Lo zoccolo duro dell’Udc nel contesto nazionale è la Sicilia, dopo la disastrosa alleanza con Scelta civica:giocarsi la Sicilia sarebbe un danno grave. Se Casini ha regalato mezzo partito a Mario Monti, D’Alia e Ardizzone si sono ripresi quasi per intero il partito che gli era stato “strappato” da Saverio Romano con la scissione del Pid, ormai divenuta irrilevante.
Infine, c’è da salvare l’intuizione iniziale. D’Alia è il peacemaker di Rosario Crocetta. Fu lui, non il Pd, a proporre la sua candidatura alla Presidenza della Regione, una svolta che modificò gli equilibri della campagna elettorale, portando l’Udc nell’area del centrosinistra, con successo in Sicilia.
Tanti buoni motivi, dunque, consigliano D’Alia e Pistorio a rimboccarsi le maniche. Per quanto ne sappiamo, c’è ottimismo sull’esito della missione. Siamo peraltro alla vigilia di appuntamento che fanno tremare i polsi in Assemblea, con il patto di stabilità in Aula.
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