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martedì 15 ottobre 2013

I COMUNI VIRTUOSI SONO RICCHI E AL NORD. IN SICILIA SOLO VIZI

I comuni virtuosi in Italia sono 143 su 9095. Sembra che prevalgano i vizi, dunque, piuttosto che le virtù degli amministratori locali nel Belpaese. Il governo vuole premiare le virtù, permettendo loro di allentare le rigidità del patto di stabilità interno. Costerà due miliardi di euro il premio, ma come si fa a impedire a chi ha risorse di spenderle per fare funzionare meglio la macchina amministrativa o dare servizi migliori ai cittadini?
Il fatto è che le virtù sono coltivate, stando ai bilanci, solo nel Nord del Paese. Appena si mette piede nel Centro Italia, le virtù sfioriscono. A Sud e nelle Isole, in pratica spariscono. Nel Mezzogiorno solo la provincia di Bari è virtuosa. E con Bari, Capri. In Sicilia, manco a parlarne: non esistono comuni virtuosi.
La territorialità delle virtù suscita qualche domanda. Possibile che le buone pratiche siano una caratteristica dei nordisti e le cattive pratiche allignino nel Sud d’Italia? Non è che Lombroso avesse ragione? E che Bossi, tutto sommato, non avesse torto, e insieme con lui, Giulio Tremonti, che degli amministratori siciliani ha detto peste e corna?
Per provare a rispondere a questi quesiti inquietanti, è utile dare uno sguardo alle città virtuose. Elenchiamone alcune: Abano Terme, Cortina d’Ampezzo, Jesolo, Peschiera del Garda, Stresa, Ivrea. Questo, forse, ci aiuta a capire. Le città che abbiamo elencato sono ricche per natura, piuttosto che virtuose.
Se è così, ricchezza e virtù starebbero insieme. Coerentemente, i comuni poveri sarebbero pieni di difetti, i comuni ricchi sarebbero un pozzo di virtù.
C’è qualcosa che non ci persuade. Se è compensibile che chi ha i soldi, abbia la possibilità di spenderli in qualche misura, non è affatto comprensibile che si premino i comuni virtuosi e si lascino i cittadini degli altri ottomila comuni che non sono giudicati tali, per via dei debiti, sprovvisti di servizi.
Siccome i comuni virtuosi hanno servizi mediamente migliori degli altri, grazie alle risorse di cui dispongono, dovrebbero essere i comuni poveri a ricevere quanto serve. Per una questione di equità.
I debiti possono essere certamente un segnale di cattiva amministrazione, specie se essi vengono accumulati nel corso degli anni a scapito dei servizi di prima necessità, ma possono anche essere giustificati dai maggiori bisogni. Se un comune siciliano, poniamo, non ha una buona edilizia scolastica, viabilità praticabile, trasporti funzionanti o altro, il comune deve indebitarsi per dare alla cittadinanza ciò di cui ha diritto. I residenti dei comuni virtuosi pagano le tasse nella stessa misura dei residenti dei comuni che non sono considerati tali.
Per queste ragioni ci pare che il premio ai comuni virtuosi, perché ricchi – se non lo è Cortina, quale comune dovrebbe esserlo? – non sia affatto condivisibile.

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