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martedì 24 dicembre 2013

STEFANIA PRESTIGIACOMO E ANNA FINOCCHIARO. LA GUERRA GENTILE DELLE DUE SIGNORE DI SICILIA: “ROTTAMATECI, MA…”

Qualche giorno fa è toccato a Stefania Prestigiacomo difendere “i valori dell’esperienza” dall’attacco, all’arma bianca, dello scouting di Marcello Dell’Utri, che seleziona volti nuovi nel mondo della celluloide, grazie alla preziosa collaborazione del figliolo, produttore cinematografico. Una intervista al Tempo, senza enfasi, con la quale l’ex ministro dell’Ambiente, siciliana di Siracusa, ha cercato di conciliare i bisogni di Silvio Berlusconi – bilanciare la sua “eternità” con una esercito di giovanissimi in Forza Italia – con i propri di sfuggire alla rottamazione.
Manco a farlo a posta, Anna Finocchiaro, numero uno da tempo immemorabile nel Pd a Palazzo Madama, uscita dal giro che conta nel partito, ha riproposto la stessa questione. Anche lei senza enfasi, anche lei contro la rottamazione sprovvista di “esperienza”, anche lei sobria, ma decisa nel difendere il valore di quelli che sanno ciò che fanno.
Anna Finocchiaro dice la sua sul Corriere della Sera. La stessa grinta e la stessa determinazione di Stefania Prestigiacomo, ed anche le stesse rivendicazioni. Illustrate meglio, questo sì, a Dino Martirano, il giornalista del Corriere.
“La rottamazione? Direi che l’ho metabolizzata, e anche il fatto di non esser più nella direzione, come Rosy Bindi e tanti altri, l’ho trovato un fatto naturale quando un giovane gruppo dirigente vuole imprimere una forte svolta al partito”, esordisce da gran signora.
“Direi che questa esclusione l’avevo messa nel conto… Però, e questo è il punto, io nelle relazioni personali e in quelle politiche non sono stata abituata all’aggressività e talvolta anche alla volgarità…”.
Dopo avere accettato il cambio generazionale, Anna Finocchiaro si prende quel che è suo e non fa sconti nemmeno al neo segretario del suo partito, Matteo Renzi, con il quale in passato aveva avuto più di uno scambio polemico. “Penso che questo gruppo di giovani che vuole esercitare pienamente la propria funzione rischi di commettere un errore”, sostiene Anna Finocchiaro, siciliana di Modica. “Sbaglia chi ritiene che la qualità dell’esperienza e il bagaglio di relazioni politiche vadano buttate via. Sarebbe un errore tragico, un impoverimento del partito, che poi alla fine si paga in termini di rinuncia all’autorevolezza, alla forza di convincimento, alla capacità di perseguire il risultato. Non siamo rami secchi da tagliare…”.

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