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venerdì 27 dicembre 2013

SVILUPPO ITALIA SICILIA VERSO L’IRFIS

La task force, coordinata da Patrizia Monterosso, annunciata qualche giorno fa in conferenza stampa dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che metterà mano alla trasformazione delle società partecipate, si occuperà anche di Sviluppo Italia Sicilia, che dallo scorso 6 dicembre ha in Carmelina Volpe, moglie di Domenico Tucci, commissario straordinario della Provincia di Palermo, il nuovo presidente.
A dire il vero, presentata all’ex sindaco di Gela, divenuto presidente, come una creatura di matrice “lombardiana”, dalla testa ai piedi, la società di via Bonanno, non rientrava tra le più gradite a Crocetta. Ma il tempo porta consiglio e gli scenari, nessuno escluso, non sono immutabili.
E così, tra le possibile evoluzioni contenute nel piano di rilancio di Sviluppo Italia Sicilia, ci sarebbe la cessione del pacchetto azionario della società, dalla Regione Siciliana ad Irfis FinSicilia che ne potrebbe assumere il controllo. La cessione delle attività svolte come gestore concessionario da Irfis FinSicilia alla controllata, supererebbe di fatto i rilievi mossi dalla Banca d’Italia per l’iscrizione all’Albo degli operatori finanziari previsti dall’art.107 del T.U. La ridefinizione dello status di Sviluppo Italia Sicilia non ci sarà, almeno per quanto riguarda il fatto che la società rimane una partecipata della Regione Siciliana.
Potrebbe trovare in breve invece piena attuazione quanto previsto dalla legge nazionale n. 31/08 art.28 che stabilisce la regionalizzazione delle misure agevolative, portando ad un pieno rilancio del numero di domande di ammissione alle agevolazioni e la qualità degli stessi progetti imprenditoriali, che negli anni di pieno funzionamento hanno visto la nascita di circa 1000 imprese l’anno con impatto occupazionale stabile di circa 300 addetti.
Un sogno nel cassetto, ma solo fino in attesa di possibili evoluzioni, l’adeguamento della rete degli incubatori di Sviluppo Italia Sicilia (Catania, Messina e Termini Imerese), rispetto ai requisiti previsti dalle legge che disciplina e regola gli incubatori certificati di start up innovative.

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