La conferenza dei capigruppo dell’Assemblea regionale, riunita nell’Ufficio del Presidente, Giovanni Ardizzone, ha affrontato la spinosissima questione degli emolumenti ai deputati regionali. Una tappa fondamentale per potere andare in Aula, mercoledì prossimo, per un esame e l’approvazione di un testo condiviso di recepimento del decreto n.174 del 2012, conosciuto come decreto Monti” sulla spending review.
I capigruppo hanno raggiunto una intesa di massima, ma restano ancora alcuni elementi da discutere, su cui i partecipanti alla Conferenza non hanno ancora le idee chiare. In ogni caso, l’intesa dovrà passare allo “scanner” dei gruppi parlamentari e della stessa Assemblea, dove ciascun deputato potrà manifestare il proprio punto di vista, presentare emendamenti, votare a favore o contro la proposta condivisa.
Se sorgeranno intoppi, il recepimento del Decreto Monti potrebbe subire un rinvio, saltando le festività natalizie. Sarebbe un guaio, perché dal primo gennaio del 2014, i gruppi parlamentari saranno sotto la vigilanza della Corte dei Conti, contrariamente a quanto è avvenuto finora grazie alla cosiddetta “autodichia”, l’autonomia amministrativa del Parlamento regionale. Una svolta di 360 gradi, alla quale l’Ars dovrà adattarsi in tempi brevi: tutti i documenti di spesa, infatti, saranno esaminati e sorvegliati dalla Corte dei Conti, cui spetterà di giudicarne la legittimità, cioè l’uso delle risorse per fini istituzionali.
L’intesa di massima raggiunta in Conferenza riguarda lo stipendio lordo di ciascun deputato regionale,11.100 euro mensili, uguale a quello dei consiglieri delle altre regioni italiane. Il tetto stabilità potrà essere elevato grazie alle cariche istituzionali (presidenti dell’Ars e della Regione, presidenti di Commissioni, componenti uffici di presidenza, membri del Consiglio di Presidenza), ma non potrà superare il tetto di 13.800 euro, omnicomprensivo.
Resta l’emolumento assegnato ad ogni deputato per l’espletamento della sua attività. Dovrebbe essere previsto un contributo ai gruppi parlamentari pari a circa 3.280 euro per ogni componente del gruppo. Ma la cifra è destinata a subire modifiche. Recependo la normativa dettata dal decreto Monti, l’Assemblea dovrà tenere conto dei contratti in essere dei collaboratori (i cosiddetti portaborse e il personale stabilizzato). E’ possibile, quindi, che gli emolumenti subiscano variazioni anche nella loro assegnazione ai destinatari, dovendo avere riguardo ai contratti già stipulati.
Alla conferenza ha partecipato il presidente della Commissione speciale sulla spending review, Riccardo Savona, che ha avuto posizioni esempio a quelle del suo predecessore, Antonello Cracolici, favorevole ad un recepimento globale del Decreto Monti, sic et simpliciter.
L’intesa traccerebbe una linea mediana, ma non risolverebbe tutto. E’ assai probabile che mercoledì prossimo, quando inizierà l’esame del testo in Aula, vengano presentati degli emendamenti e proposti nuovi “adattamenti” al Decreto Monti. Il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, ha “giurato” sul recepimento della spending review. Una specie di “cane di guardia”, dunque.
Potrà contare su Baldo Gucciardi. Il presidente del gruppo parlamentare del Pd è uno dei sostenitori dell’intesa raggiunta in Conferenza. A conclusione della riunione è apparso moderatamente soddisfatto.“La specialità della Regione siciliana non può essere usata per giustificare un trattamento speciale”, ci ha detto. “I deputati regionali siciliani devono avere un trattamento uguale ai consiglieri delle altre Regioni italiane, è una condizione essenziale, perché si partecipi con le carte in regola alle decisioni nazionali, e si pretenda un trattamento equo ed idoneo ai bisogni della Sicilia”.
“Sullo status dei deputati – ha avvertito Gucciardi – dovranno essere assunte scelte politiche nette nelle prossime ore. Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità – ha concluso – ma la mia linea è chiara: recepimento della spending review”.
I capigruppo hanno raggiunto una intesa di massima, ma restano ancora alcuni elementi da discutere, su cui i partecipanti alla Conferenza non hanno ancora le idee chiare. In ogni caso, l’intesa dovrà passare allo “scanner” dei gruppi parlamentari e della stessa Assemblea, dove ciascun deputato potrà manifestare il proprio punto di vista, presentare emendamenti, votare a favore o contro la proposta condivisa.
Se sorgeranno intoppi, il recepimento del Decreto Monti potrebbe subire un rinvio, saltando le festività natalizie. Sarebbe un guaio, perché dal primo gennaio del 2014, i gruppi parlamentari saranno sotto la vigilanza della Corte dei Conti, contrariamente a quanto è avvenuto finora grazie alla cosiddetta “autodichia”, l’autonomia amministrativa del Parlamento regionale. Una svolta di 360 gradi, alla quale l’Ars dovrà adattarsi in tempi brevi: tutti i documenti di spesa, infatti, saranno esaminati e sorvegliati dalla Corte dei Conti, cui spetterà di giudicarne la legittimità, cioè l’uso delle risorse per fini istituzionali.
L’intesa di massima raggiunta in Conferenza riguarda lo stipendio lordo di ciascun deputato regionale,11.100 euro mensili, uguale a quello dei consiglieri delle altre regioni italiane. Il tetto stabilità potrà essere elevato grazie alle cariche istituzionali (presidenti dell’Ars e della Regione, presidenti di Commissioni, componenti uffici di presidenza, membri del Consiglio di Presidenza), ma non potrà superare il tetto di 13.800 euro, omnicomprensivo.
Resta l’emolumento assegnato ad ogni deputato per l’espletamento della sua attività. Dovrebbe essere previsto un contributo ai gruppi parlamentari pari a circa 3.280 euro per ogni componente del gruppo. Ma la cifra è destinata a subire modifiche. Recependo la normativa dettata dal decreto Monti, l’Assemblea dovrà tenere conto dei contratti in essere dei collaboratori (i cosiddetti portaborse e il personale stabilizzato). E’ possibile, quindi, che gli emolumenti subiscano variazioni anche nella loro assegnazione ai destinatari, dovendo avere riguardo ai contratti già stipulati.
Alla conferenza ha partecipato il presidente della Commissione speciale sulla spending review, Riccardo Savona, che ha avuto posizioni esempio a quelle del suo predecessore, Antonello Cracolici, favorevole ad un recepimento globale del Decreto Monti, sic et simpliciter.
L’intesa traccerebbe una linea mediana, ma non risolverebbe tutto. E’ assai probabile che mercoledì prossimo, quando inizierà l’esame del testo in Aula, vengano presentati degli emendamenti e proposti nuovi “adattamenti” al Decreto Monti. Il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, ha “giurato” sul recepimento della spending review. Una specie di “cane di guardia”, dunque.
Potrà contare su Baldo Gucciardi. Il presidente del gruppo parlamentare del Pd è uno dei sostenitori dell’intesa raggiunta in Conferenza. A conclusione della riunione è apparso moderatamente soddisfatto.“La specialità della Regione siciliana non può essere usata per giustificare un trattamento speciale”, ci ha detto. “I deputati regionali siciliani devono avere un trattamento uguale ai consiglieri delle altre Regioni italiane, è una condizione essenziale, perché si partecipi con le carte in regola alle decisioni nazionali, e si pretenda un trattamento equo ed idoneo ai bisogni della Sicilia”.
“Sullo status dei deputati – ha avvertito Gucciardi – dovranno essere assunte scelte politiche nette nelle prossime ore. Ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità – ha concluso – ma la mia linea è chiara: recepimento della spending review”.
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