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domenica 13 luglio 2014

Riduzione del rischio geologico, maggiore attenzione per le zone ad elevato rischio sismico e taglio ai costi per gli studi geologici. Circolare a firma dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata

Riduzione del rischio geologico, maggiore attenzione per le zone ad elevato rischio sismico e taglio ai costi per gli studi geologici. Sono questi i punti alla base della circolare a firma dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana di ieri, venerdì 11 luglio 2014.
“La circolare riconosce il ruolo di grande importanza che le discipline geologiche rivestono nella pianificazione del territorio – ha dichiarato l’assessore -, anche perché una corretta politica di salvaguardia e sviluppo delle risorse ambientali deve necessariamente essere basata sulla conoscenza e sulla valutazioni di tutti quei fattori che ne condizionano l’utilizzo”.
Il provvedimento, che indica analiticamente tutti gli elementi necessari per la redazione degli studi geologici, punta anche a una consistente riduzione dei costi e a una maggiore chiarezza di tali studi. “Va infatti detto che fino a questo momento – ha proseguito la Sgarlata -, i costi elevatissimi hanno spesso bloccato la pianificazione comunale per le difficoltà delle amministrazioni ad affrontare queste spese”.
Uno degli obiettivi della circolare è quello di “evitare, attraverso gli studi geologici preventivi, che le nuove urbanizzazioni possano aggravare le condizioni geologiche di un determinato territorio“. E nel caso di alternative delocalizzazioni, studi geologici dovranno indicare le misure preventive per ridurre gli effetti dell’impatto della nuove costruzioni.
“Ci attende una programmazione europea 2014-2020 destinata per buona parte, per quanto riguarda la rubrica del Territorio e Ambiente, alla mitigazione del dissesto idrogeologico – ha concluso l’assessore Sgarlata – e su questa dobbiamo puntare anche per evitare calamità come quelle alle quali in troppi casi siamo stati costretti ad assistere in Sicilia”.

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