(Christian Del Bono) Quest’oggi (ieri per chi legge mercoledì) i Sindaci delle isole minori siciliane hanno incontrato il Presidente della Regione Raffaele Lombardo. Tra gli argomenti all’ordine del giorno anche quello dei trasporti. L’esito dell’incontro anche questa volta non lascia presagire nulla di buono, considerato che a 15 giorni dalla scadenza della convenzione con la Siremar, che garantisce i servizi di pubblica utilità nelle isole minori, non si riesce ancora ad ottenere alcuna certezza e nessuno è ancora in grado di tranquillizzarci su quanto ci aspetta.
Nel frattempo i Sindaci hanno risposto quasi indignati alla nota del 11.12.2008 trasmessa dalla stessa Regione Siciliana Dipartimento Trasporti, con la quale si invitavano gli amministratori delle isole minori della Sicilia a fornire un piano di razionalizzazione che, partendo dai servizi già appaltati ai vettori privati, tenesse in considerazione le esigenze di mobilità e di continuità territoriale.
È stato ribadito chiaramente da più parti (in particolare dai Sindaci delle Eolie e delle Egadi) che oltre alle esigenze di mobilità dei cittadini e alla continuità territoriale i servizi di collegamento “…debbono assicurare il soddisfacimento delle esigenze connesse allo sviluppo economico e sociale delle aree interessate,...” (comma 1 dell’art. 8 della legge n° 684/74) e che “il numero delle linee, la periodicità dei collegamenti ed il tipo di naviglio debbono essere adeguati a soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini, contribuendo a promuovere lo sviluppo socio – economico di ciascuna isola” (art. 3 Legge 169/75);
I servizi Usticalines ed N.G.I. rappresentano un’integrazione - per altro erogata a fronte di un sostanzioso contributo pubblico - dell’impianto di collegamenti Siremar esistente. L’approccio adottato dalle istituzioni sembra invece paventare un capovolgimento dei termini della questione e soprattutto ignorare il fatto che decine di imprenditori, incoraggiati dai fondi Comunitari, hanno investito milioni e milioni di euro in infrastrutture che presuppongono il miglioramento delle infrastrutture delle nostre isole e non il progressivo deterioramento dei servizi di collegamento tra le isole e con la terraferma.
Alle soglie del 2009, in un mercato che ci impone una concorrenza di livello sempre più globale e una clientela sempre più esigente, noi ci ritroviamo invece a dover fare i conti con l’impossibilità di programmare, con collegamenti sempre più precari che nessuno riesce a monitorare e a garantire e con lo Stato che sembra aver deciso di non voler affrontare il problema nei giusti termini.
È questo l’intervento anticrisi che il governo ha riservato alle Isole Minori della Sicilia e d’Italia?
Christian Del Bono