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giovedì 19 maggio 2011

La Tirrenia passa ai concorrenti chiusa la gara, c'è solo l'offerta Cin. Scaduti i termini: la società che unisce gli armatori di Moby, Gnv, Snav e Grimaldi si avvia ad aggiudicarsi rotte e patrimonio della ex compagnia marittima pubblica:

La Tirrenia si appresta a passare nelle mani della concorrenza. Alle 10 di stamattina, quando scadeva il termine per la presentazione delle offerte vincolanti, l'unica proposta in mano al commissario straordinario Giancarlo D'Andrea era quella presentata dalla Compagnia italiana di navigazione (Cin), società che mette insieme la Marinvest di Gianluigi Aponte (Msc, Snav), la Moby di Vincenzo Onorato e la famiglia Grimaldi (Grandi navi veloci). Il processo di privatizzazione della compagnia di navigazione pubblica si avvia dunque alla conclusione. Il commissario a questo punto inoltrerà il fascicolo al comitato di sorveglianza ed al ministro per lo sviluppo economico e, ottenuti i due pareri, avvierà la procedura di aggiudicazione.
Delle tredici dichiarazioni di interesse pervenute a febbraio, alla fine è rimasto dunque in campo solo il consorzio italiano. Anche Mediterranea holding, infatti, l'ultima possibile concorrente, non ha inviato l'offerta vincolante, mentre Compagnia italiana di navigazione ha inviato oggi documentazione migliorativa rispetto all'offerta presentata ad aprile. Per acquisire gli asset di Tirrenia, Cin ha offerto 380 milioni di euro: 200 saranno versati al completamento dell'operazione, gli altri 180 in tre rate da 60 milioni una volta ottenuti i contributi annui previsti per Tirrenia.
Se non ci saranno intoppi, si chiuderà così il passaggio più importante della vendita degli asset del gruppo (che comprendeva anche la Siremar, gli immobili, i traghetti veloci e il patrimonio artistico) avviata dopo l'amministrazione straordinaria iniziata nell'estate 2010. Dal fronte sindacale, Cisl e Uil rimarcano la necessità di avviare un confronto che coinvolga il governo e che porti a ottenere, da parte della società aggiudicataria, il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali che potrebbe essere messi a rischio dai processi di riorganizzazione innescati dalla "concentrazione" dei servizi in un mercato ulteriormente ristretto. Anche più preoccupate le reazioni dalla Sardegna: "Si va da un monopolio pubblico a un monopolio privato - afferma Mario Bruno, capogruppo Pd in consiglio regionale - che impedisce la concorrenza e non risolve il vero problema dei costi del trasporto da e per la Sardegna di persone e merci. Si chieda al governo con forza di poter utilizzare i 72 milioni destinati annualmente a Tirrenia per calmierare i prezzi e per spezzare il monopolio".

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