Circola con sempre maggiore insistenza , in questi giorni, l'invito fatto a Mussolini da Dino Grandi, Presidente della Camera, a dimettersi nell'interesse della Nazione.
Dino Grandi non era certamente un peones del fascismo, ma una figura di primissimo piano, tanto da essere considerato il sicuro successore del Duce, godendo di un vasto prestigio e di sincera considerazione da parte dei gerarchi.
Quindi non uno Scilipoti qualunque, ma un deputato con un grande peso politico.
Sapeva di rischiare la vita per un'iniziativa che agli occhi del Duce poteva apparire come atto di insubordinazione , un vero e proprio tradimento, ma consapevole della drammaticita' del momento, forni' una via d'uscita a chi aveva la responsabilita' di aver portato il paese alla rovina.
"Dino Grandi aveva capito, da fascista, che il fascismo doveva suicidarsi, dimostrando con questo sacrificio il suo amore per la Nazione".
Sino ad oggi non si e' visto nessuno dei deputati di maggioranza capace di prendere l'iniziativa politica di organizzare un gruppo , di affrontare il Capo a muso duro nell'interesse del Paese. Non credo che corra il rischio della vita, oggi, come lo corse settanta anni fa il presidente della Camera; correrebbe solo il rischio di perdere il diritto alla pensione e mi rendo conto che per i " Responsabili" ( ce ne sono tanti !!! ) e' la pensione da deputato la massima aspirazione.
Allora rivolgo un invito, che non e' una provocazione, ai Sindaci dei quattro Comuni delle Eolie ed ai Presidenti dei Consigli Comunali, perché nell'interesse della Nazione e dei Cittadini che rappresentano preparino e diffondano subito un documento severo e puntuale di sicuro valore politico che sfiduci il Presidente del Consiglio che ha ridotto in coma l'Italia, nella speranza di arrivare in tempo a non a dover essere coinvolti tutti in un tragico coma irreversibile.
Gianni Iacolino
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