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mercoledì 21 settembre 2011

Pescatori eoliani sul piede di guerra: si rischia il collasso (Gazzetta del sud - Peppe Paino)

In tumulto i pescatori eoliani. Con un documento firmato da circa 300 addetti ai lavori e depositato al Circomare Lipari nel quale si evidenzia come la massiccia presenza di delfini stia mandando in rovina la marineria dell'arcipelago, è stata preannunciata per stamane la consegna alla stessa Capitaneria di tutte le licenze di pesca. «Con i delfini infatti – denunciano – pescare è diventato impossibile: sia sotto costa che a totani. In entrambi i casi, danni su danni a reti e richiami». Ed ancora, ha dichiarato Gaetano Giuffrè, «da gennaio, da quando è esploso il fenomeno, sul pescato abbiamo avuto un calo del 50%, i danni invece ammontano a circa 200 mila euro. Per la nostra categoria, ovvero per la piccola pesca, è stato eliminato il fermo biologico, mentre continua per la pesca a strascico».
Da qui la manifestazione di protesta, che se attuata non avrà precedenti, per richiamare l'attenzione sui grossi problemi di una categoria che non riesce più a risollevarsi economicamente. Ma delfini a parte, tra le questioni che preoccupano maggiormente, anche il ritorno al passato per quanto riguarda l'impiego delle reti "ferrettare", attrezzo osservato speciale dall'Unione europea. Quelle reti, da posta, per intenderci utilizzate per la pesca ai grandi pelagici come alalunga e pesce spada. Cioè quelle specie che hanno più valore di mercato. La Commissione consultiva centrale per la pesca e l'acquacoltura ha, infatti, fissato nuovi paletti: si potrà pescare dall'entrata in vigore del decreto solo entro tre miglia dalla costa con reti di maglia non superiore ai 180 millimetri (dal 1 gennaio 2012 diventeranno 100) e di lunghezza non superiore a 2,5 chilometri. Per Federcoopesca il provvedimento si è reso necessario per stare in linea con le direttive europee.
«Le lotte che abbiamo fatto per legittimare un modo di pescare che nulla ha a che vedere con sistemi da pesca considerati da tempo illegali – spiega in una nota l'associazione – sono state vanificate da un recente ricorso al Tar del Lazio, fomentato ad arte per raccogliere facili consensi tra gli operatori, e che ha complicato la situazione».

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