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venerdì 30 settembre 2011

Punti nascita, Laccoto tenta la mediazione. Mercoledì si riunisce la Commissione Salute

Il decreto dell'assessore alla Salute Massimo Russo che riduce il numero dei cosiddetti "punti nascita", tagliando fuori intere zone da dove è difficile raggiungere i centri abilitati, sta sollevando numerose proteste, oltre che nei territori sacrificati, anche fra i politici. A Petralia Sottana, in provincia di Palermo, una quindicina di sindaci del comprensorio madonita hanno occupato l'ospedale di Madonna dell'Alto.
Il sindaco di Castellana Sicula, Giuseppe Intrivici, dice: «Contro lo smantellamento deciso dal governo regionale, con i colleghi sindaci abbiamo occupato l'ospedale di Petralia Sottana ad oltranza in segno di protesta. Il diritto alla salute per le popolazioni madonite non è più garantito».
Un clima infuocato, che scuote la maggioranza. Il presidente della commissione Sanità dell'Ars, Laccoto, ha deciso di convocare per mercoledì mattina i componenti della commissione, in modo che, insieme con l'assessore si possa affrontare il problema. In particolare, l'on. Laccoto intende procedere ad «un approfondito esame delle questioni sollevate dagli amministratori di diverse provincie, i quali lamentano una penalizzazione del territorio con la riduzione che il piano comporta. Data la delicatezza – ha dichiarato Laccoto – verranno trattati i criteri sui cui si basa il piano e saranno chiariti gli effetti che è destinato a produrre».
Secondo il vice presidente del gruppo parlamentare del Pdl Franco Rinaldi, «o i criteri di scelta non sono stati applicati con il dovuto rigore o la conoscenza geografica del nostro territorio (da parte dell'assessore Russo, ndr) lascia alquanto a desiderare».
«Non si comprende – sostiene Rinaldi – perché sia stata decisa la chiusura dei reparti di ostetricia di Mistretta, che non è sicuramente un comune dietro l'angolo, ma, soprattutto, di Lipari, un'isola, con tutto ciò che ne consegue. O forse qualcuno avrà pensato che, avendo mantenuto in vita il punto nascita di Milazzo, quello della maggiore delle isole eoliane era sacrificabile, senza considerare i problemi cronici dei collegamenti, soprattutto in condizioni climatiche avverse».
Anche per il capogruppo del Pd Antonello Cracolici è necessario che «il decreto regionale di riordino e riorganizzazione della rete dei punti nascita siciliana sia discusso e illustrato in commissione Sanità, per chiarire ogni dubbio sull'oggettività dei criteri utilizzati per concedere deroghe al tetto minimo di 500 parti l'anno. Per evitare incomprensioni mi auguro che l'assessore Russo venga in commissione, dove chiarirà ogni dubbio».
«È indispensabile – incalza il deputato del Pd Bernardo Mattarella – che la commissione Sanità dell'Ars imponga al censurato assessore Russo, prima che questo rassegni le doverose dimissioni, di assicurare immediatamente alle donne madonite l'imprescindibile diritto alla maternità».
Per il capogruppo del Pid Rudy Maira, l'assessore alla Salute dovrebbe dimettersi tout court.
Anche il coordinatore provinciale dell'Udc Totò Lentini, deputato all'Ars, sostiene l'opportunità di modificare il decreto sui punti di nascita. «Pur essendo concordi nel razionalizzare il numero dei punti nascita – afferma – riteniamo fondamentale considerare anche il posizionamento delle strutture presenti nel territorio. Lo standard di 500 parti all'anno non può essere applicato rigidamente. A Cefalù, ad esempio, l'ospedale ha registrato circa 480 parti. È una struttura che serve buona parte del comprensorio madonita. Privare il territorio di un presidio attivo 24 ore al giorno e facilmente raggiungibile – spiega Lentini – significa danneggiare in primo luogo i cittadini dal momento che gli ospedali di Termini e Petralia non sono dotati dei reparti di ginecologia».
«La chiusura del punto nascita dell'Ospedale di Petralia Sottana «Madonna dell'Alto, decisa dallo sfiduciato assessore regionale alla Salute Massimo Russo, è l'ulteriore conferma di quanto il governo Lombardo, sostenuto anche dal Pd, non tenga in alcun conto il fondamentale diritto alla salute delle popolazioni che vivono nelle zone più disagiate della Sicilia e della totale mancanza di dialogo con gli amministratori locali e i cittadini», affermano a loro volta il segretario regionale Idv Sicilia, Fabio Giambrone, e il segretario provinciale di Palermo, Pippo Russo.
Sarebbe bello se qualcuno si chiedesse anche chi ha generato negli anni questo deficit mostruoso che in qualche modo oggi deve essere sanato.

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