Gente inferocita pronta a far scattare la mobilitazione in massa a Lipari dopo la notizia della soppressione del punto nascita di Lipari. Gli isolani - che temevano tale decisione dopo gli annunci delle scorse settimane - non ci stanno e preannunciano azioni eclatanti per rivendicare il loro diritto a nascere sull'arcipelago. È chiaro che analoghe iniziative gli eoliani le attendono anche da parte dell'Amministrazione comunale che sino ad ora è rimasta in silenzio, al pari del consiglio comunale.
Eppure un anno fa di questi tempi c'era stata l'audizione alla commissione salute all'Ars di tre consiglieri comunali più il sindaco, Mariano Bruno, sulle previsioni del piano di rientro delle spesa sanitaria nell'ambito del quale era stato perfino ipotizzato di cancellare completamente l'ospedale di Lipari, come quello di Mistretta. Un miracolo , si disse allora, averlo salvato. In quel piano che come da decreto, per quanto riguarda anche le nascite a Lipari, recita testualmente: «dovrà essere attivato il percorso nascita ed il percorso chirurgico secondo un "doppio binario" che prevede il trasferimento in presidi a maggiore complessità delle gravidanze a rischio e dei pazienti che devono sottoporsi ad interventi chirurgici di maggiore impegno limitando quindi le attività ostetriche e chirurgiche in loco ai casi di minore complessita».
Con la chiusura del punto nascita, oggi, di quali casi di minore complessità si può parlare se in ginecologia non si può stare tranquilli neanche fino ai primi strilli del nascituro ? I tecnici dell'assessorato, lo stesso assessore Massimo Russo che richiamano le disposizione dell'Organizzazione mondiale della Sanità - si fa notare - non hanno neanche tenuto conto delle specificità territoriale delle isole che obbliga, adesso, la giunta regionale ad affrontare l'argomento, come annunciato dal presidente Lombardo a Lipari, nell'ambito di una legislazione ad hoc per tutte le isole minori. Eppure i cinque punti nascita che resteranno attivi nonostante il numero di parti inferiore (Corleone, Nicosia, Bronte, Mussomeli, Santo Stefano di Quisquina) saranno pure disagiati ma si trovano sempre nella terraferma. E va ricordato che per le gestanti eoliane può accadere di non trovare posto nelle stesse strutture d'eccellenza, come accaduto di recente ad una donna di Salina trasferita in elicottero d'urgenza per rientrare poi a Lipari per dare alla luce il suo bellissimo bimbo . L'urgenza si può garantire, la regolarità no. Al limite si poteva anche, come sostengono gli esperti del posto, accorpare il punto nascita di Lipari agli ospedali di Milazzo e Barcellona in modo tale da avere nell'isola , a turno, quel personale esperto e sempre allenato ai parti per il rispetto proprio di quanto indica il piano. Niente di niente. Lipari, comune sempre più rappresentato dal sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo, il quale è riuscito a farsi aprire anche le porte del Parlamento con la proposta di una legge speciale per le isole minori che il presidente Gianfranco Fini ha subito girato alla commissione competente, chiede adesso al presidente Anci di fare la voce grossa nella riunione di giunta regionale.
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