I ministri della pesca dell'Ue - per l'Italia Mario Catania - hanno
raggiunto a Lussemburgo, dopo oltre 18 ore di negoziati non stop, un
accordo su un "approccio comune" che getta le basi per definire una
nuova politica della pesca in Europa, che sarà negoziata in codecisione
con il Parlamento europeo. Tuttavia, la Francia ha fatto sapere di non
riconoscersi nell'orientamento comune. Nel documento finale messo a
punto dalla presidenza danese dell'Ue e dalla commissaria alla Pesca
Maria Damanaki, "sono stati accolti tutti i punti sollevati
dall'Italia", come indicato all'ANSA da fonti della della delegazione
italiana al termine della sessione ministeriale. L'accordo è stato
raggiunto dopo diversi tentativi di compromesso e ora permetterà alla
prossima presidenza cipriota dell'Ue, che il primo luglio riceverà il
testimone dalla Danimarca, di elaborare sulla 'trama' tracciata oggi la
riforma definitiva sia della nuova politica della pesca in Europa, sia
delle nuove norme sull'organizzazione di mercato dei prodotti ittici e
dell'acquacoltura. A questi due capitoli si aggiungerà anche quello, non
meno importante, del futuro Fondo europeo per la pesca e l'attività
marittima per il 2014-2020.
"Sono molto soddisfatto. L'accordo è molto positivo per l'Italia che
ha ottenuto tutto quello che aveva richiesto. Il risultato va al di là
delle migliori aspettative". E' particolarmente contento il ministro
delle politiche agricole, Mario Catania, per l'orientamento comune del
Consiglio Ue sulla futura riforma della politica della pesca, raggiunto
la notte scorsa dai ministri europei dopo oltre 18 ore di negoziato non
stop. "L'accordo - dice all'Ansa Catania - premia il nostro impegno
negoziale, ma anche il lavoro portato avanti in questi mesi nelle
relazione con la Commissione europea e la presidenza danese dell'Ue.
Aspettiamo ora il contributo del Parlamento europeo con la codecisione".
Il documento comune messo a punto dai ministri, con la sola esclusione
della Francia che però ha negoziato fino all'ultimo le sue richieste,
era necessario al Consiglio dei ministri della pesca dell'Ue per aprire
le trattative sulla riforma della politica del settore e delle
organizzazioni di mercato dei prodotti ittici e dell'acquacoltura,
nell'ambito del trilogo con il Parlamento europeo, presente anche la
Commissione Ue.
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