Svanita
l’illusione che i nuovi dessero una svolta rispetto al passato
corso amministrativo, è ora di cominciare a ragionare lucidamente
(chi ne è capace) sul perché le Eolie non riescono a cambiare in
meglio.
Gli
amministratori hanno evidenti responsabilità, ma ne hanno anche i
cittadini- elettori che, altrettanto evidentemente, o chiedono le
cose sbagliate o si fanno rappresentare, votandole, dalle persone
sbagliate.
Sembra
un film già visto ma, alle Eolie, capiamo che si tratta di una
replica solo a “spettacolo” ampiamente cominciato. Abbiamo
eletto, per 18/20, un consiglio comunale di reduci “dell'ancien
regime” e di giovani timidi e allineati; un'amministrazione pavida
e finora inconcludente ne è la logica conseguenza. Anche i comitati
che si affannano a lanciare altri sindaci, (anche se di buone
intenzioni), se composti da “amici degli amici” non aggiungono
niente, perché temo incapaci di abbandonare i deleteri cavalli di
battaglia della politica eoliana: clientelismo e “comparanze”.
Non si può cambiare il paese se si hanno troppi “scheletri
nell’armadio” o compari, amici e familiari da tutelare e per i
quali sacrificare l’interesse collettivo.
Se
fossimo capaci di superare il medioevo culturale nel quale ci
ostiniamo a vivere, il riordino della macchina amministrativa, la
salute del bilancio comunale, il rilancio turistico ed economico
dell’arcipelago, la pianificazione dei necessari interventi
infrastrutturali (porti, per esempio) ed una ritrovata armonia
sociale sarebbero tutti traguardi raggiungibili.
Altrimenti, continueremo a
cambiare il nome del sindaco e di qualche amministratore ma, in
sostanza, non cambieremo niente e resteremo impantanati nel familismo
amorale e nelle “comparanze” disdicevoli, le vere zavorre di
questa comunità.
Cari
concittadini, se vogliamo che il paese cambi, bisogna cominciare a
cambiare…
CORDIALMENTE
LUCA
CHIOFALO
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