E’
stata presentata nel salone della Prefettura di Messina, alla
presenza del Prefetto Trotta, la guida al consumo critico, realizzata
dalla FAI, federazione nazionale antiracket ed antiusura. Le “pagine
gialle” dell’anti pizzo costituiscono un elenco di imprenditori
che hanno detto no alla criminalità organizzata, e sono uno
strumento utile, così lo ha definito Tano Grasso, per fare acquisti
consapevoli, che non finanziano le mafie. La guida, presentata per la
prima volta a Napoli, lo scorso 24 giugno, contiene i nomi di mille
attività commerciali, di ogni settore, 1000 imprenditori che non
pagano il pizzo e vogliono anche farlo sapere, per essere d’esempio,
per far capire che sono dalla parte dello Stato e che lo Stato è al
loro fianco, come ha detto Pippo Scandurra, Presidente FAI. Le
aziende presenti nell’opuscolo hanno sede in Campania, Puglia,
Calabria e Sicilia; regioni interessate da un progetto triennale del
Ministero dell’Interno; quelle della Sicilia in particolare sono
472, delle quali 190 nella sola provincia di Messina. Il neo-eletto
sindaco della cittadina peloritana Renato Accorinti, dal canto suo,
ha annunciato che il comune si costituirà parte civile in ogni
processo per mafia che riguarderà la città da lui governata, di
contro Tano Grasso ha ribattuto che la FAI metterà i suoi avvocati a
disposizione e gratuitamente. Massiccia la partecipazione alla
conferenza stampa, dei rappresentanti delle associazioni antiracket
siciliane e di giovani imprenditori, che anche in territori
difficili, alla mafia ed al pizzo hanno deciso di dire NO.
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