Un insegnante scadente fa
più danni di un chirurgo scadente, dunque una scuola scadente fa più
vittime di un pessimo ospedale. Gli ultimi esami di maturità
testimoniano che la qualità dei nostri diplomati sarebbe
preoccupante. Se i parametri di giudizio sono uguali per tutto il
territorio nazionale, produciamo diplomati appena sufficienti,
qualcuno soltanto un gradino più su.
A questo proposito ho
sentito opinioni controverse, ma rimangono i fatti, e i fatti sono
che i giudizi raccolti dai nostri diplomati sono deludenti. Siccome,
mai come in questo caso, sul prodotto finale incide in maniera
fondamentale la qualità del produttore, la conclusione è che le
nostre scuole sono appena sufficienti, capaci di produrre diplomati
avviati ad un incerto destino universitario e ad un disperato futuro
lavorativo. Pertanto, mentre costituiamo gruppi spontanei, comitati
civici, pagine facebook perché non vogliamo che chiudano l'ospedale
o il tribunale, non ci rendiamo conto che così continuando
chiuderanno il liceo scientifico. Il fatto che intanto aprano un
corso professionale o linguistico non cambia, anzi aggrava la
situazione: a Lipari possono sopravvivere soltanto corsi di
formazione specifica perché un corso di formazione completa che
consenta l'accesso a qualsiasi carriera universitaria non possiamo
permettercelo.
Sarebbe ingiusto
attribuire tutte le colpe alla qualità delle nostre scuole,
l'impoverimento culturale ed educativo riguarda prima di tutto le
famiglie e quelle strutture formative che tradizionalmente
alimentavano la crescita dei giovani. L'illusione del guadagno
facile, il disprezzo ostentato verso qualsiasi forma di cultura,
l'intolleranza nei confronti dello sforzo per la conoscenza ha
permeato la nostra società facendola regredire verso quella
condizione belluina che si fonda sul disconoscimento di qualsiasi
valore o bene pubblico condiviso.
Tuttavia ciò non assolve
le mancanze della scuola pubblica, troppo ripiegata sulle esigenze
dell'insegnante per accorgersi dei bisogni degli studenti.
Mi rendo conto che ancora
una volta susciterò polemiche e reazioni difensive, e comprendo il
disagio di chi svolge con perizia il proprio dovere, talvolta
addirittura con sforzo eroico, ma anziché parlarne con chi osserva
dall'esterno, lo faccia con i propri colleghi. Ad esempio, qualcuno
si è fatto carico di comprendere e spiegare quello che è successo
durante gli ultimi esami di stato? Si è posto il problema della
mediocrità dei giudizi ottenuti dai propri studenti? Si è chiesto
se su questo ha qualche piccola responsabilità? Pensa di fare
qualcosa per porvi rimedio?
Insisto su un punto,
possono toglierci l'ospedale, il tribunale, le navi, ma se
distruggono la scuola non avremo nessuna possibilità di guardare al
futuro con serenità.
Lino Natoli
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