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sabato 13 luglio 2013

Scuola e mediocrità (di Lino Natoli)

Un insegnante scadente fa più danni di un chirurgo scadente, dunque una scuola scadente fa più vittime di un pessimo ospedale. Gli ultimi esami di maturità testimoniano che la qualità dei nostri diplomati sarebbe preoccupante. Se i parametri di giudizio sono uguali per tutto il territorio nazionale, produciamo diplomati appena sufficienti, qualcuno soltanto un gradino più su.
A questo proposito ho sentito opinioni controverse, ma rimangono i fatti, e i fatti sono che i giudizi raccolti dai nostri diplomati sono deludenti. Siccome, mai come in questo caso, sul prodotto finale incide in maniera fondamentale la qualità del produttore, la conclusione è che le nostre scuole sono appena sufficienti, capaci di produrre diplomati avviati ad un incerto destino universitario e ad un disperato futuro lavorativo. Pertanto, mentre costituiamo gruppi spontanei, comitati civici, pagine facebook perché non vogliamo che chiudano l'ospedale o il tribunale, non ci rendiamo conto che così continuando chiuderanno il liceo scientifico. Il fatto che intanto aprano un corso professionale o linguistico non cambia, anzi aggrava la situazione: a Lipari possono sopravvivere soltanto corsi di formazione specifica perché un corso di formazione completa che consenta l'accesso a qualsiasi carriera universitaria non possiamo permettercelo.
Sarebbe ingiusto attribuire tutte le colpe alla qualità delle nostre scuole, l'impoverimento culturale ed educativo riguarda prima di tutto le famiglie e quelle strutture formative che tradizionalmente alimentavano la crescita dei giovani. L'illusione del guadagno facile, il disprezzo ostentato verso qualsiasi forma di cultura, l'intolleranza nei confronti dello sforzo per la conoscenza ha permeato la nostra società facendola regredire verso quella condizione belluina che si fonda sul disconoscimento di qualsiasi valore o bene pubblico condiviso.
Tuttavia ciò non assolve le mancanze della scuola pubblica, troppo ripiegata sulle esigenze dell'insegnante per accorgersi dei bisogni degli studenti.
Mi rendo conto che ancora una volta susciterò polemiche e reazioni difensive, e comprendo il disagio di chi svolge con perizia il proprio dovere, talvolta addirittura con sforzo eroico, ma anziché parlarne con chi osserva dall'esterno, lo faccia con i propri colleghi. Ad esempio, qualcuno si è fatto carico di comprendere e spiegare quello che è successo durante gli ultimi esami di stato? Si è posto il problema della mediocrità dei giudizi ottenuti dai propri studenti? Si è chiesto se su questo ha qualche piccola responsabilità? Pensa di fare qualcosa per porvi rimedio?
Insisto su un punto, possono toglierci l'ospedale, il tribunale, le navi, ma se distruggono la scuola non avremo nessuna possibilità di guardare al futuro con serenità.
Lino Natoli

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