C'è poco da fare, ci
ricaschiamo sempre. Non si tratta di una questione di destra o
sinistra, di orientamenti culturali, politici o sociali, il punto è
che quando vogliamo - o pretendiamo - che le cose che facciamo, i
nostri sentimenti, le nostre emozioni vengano riconosciute
universalmente intitoliamo una strada.
L'argomento è vecchio ed
è già stato trattato, eppure ogni tanto si ripropone. Stavolta di
mezzo non c'è un parente, un antico sodale di partito, un ex sindaco
da elevare agli altari, adesso c'è di mezzo un'antica categoria
sociale: le donne di mare. Categoria meritevole di studio e di
ricordo, così come quella delle donne di campagna, ma anche degli
uomini di mare e di terra. Alle donne di mare vuol essere intitolata
una strada, anzi una piazza, anzi il sagrato di una chiesa: la Chiesa
di San Giuseppe.
Da adesso, dunque, la
Salita San Giuseppe non condurrà più alla Chiesa di San Giuseppe
com'è stato per secoli, ma alla piazzetta (quale?) “Donne di
Mare”. Siccome tutto deve avere un senso ed un andamento armonico,
a questo punto intitoliamo la salita alle “Donne di Campagna”,
così dalla salita donne di campagna si arriverà alla piazzetta
donne di mare e di lì alla chiesa. Oppure al ristorante “Al
Pirata”, che sarà comunque costretto a cambiare nome in “Trattoria
mare e monti”, gloriosa insegna dei ristoranti italiani degli anni
sessanta e settanta.
Capisco che l'idea nasce
a seguito della pubblicazione di un libro che ha suscitato molto
interesse, e questo mi preoccupa parecchio. Spero che in futuro altri
libri interessanti vengano pubblicati, ma temo che ogni titolo
pretenderà a questo punto l'intitolazione di una strada. Forse dai
libri si passerà alla musica, ai titoli delle canzoni o ai nomi dei
gruppi musicali.
Siamo tutti testimoni
delle scempiaggini che sono state commesse in nome dell'intera
comunità, delle intitolazioni improbabili che resteranno come sfregi
sulle nostre strade, dell'assegnazione di cittadinanze onorarie a
soggetti il cui nome è passato rapidamente dall'albo d'onore del
Comune di Lipari a quello delle cronache giudiziarie. Speravamo che
la furia toponomastica si fosse placata, non sembra sia così.
Il periodo del
Risorgimento ha colpevolmente distrutto gli antichi nomi delle nostre
strade, quello attuale della decadenza si sforza di trascinarci verso
il ridicolo. Sarebbe stato meglio, ad esempio, lasciare il nome
provvisorio di Tronco A, B o C a certe strade, almeno il nostro animo
ambientalista ne avrebbe goduto.
Lino Natoli
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