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domenica 19 gennaio 2014

GIORNI DIFFICILI TRA CROCETTA E IL PD AVANZA LO SPETTRO DELLE URNE

Tre giorni di silenzio. Di comunicazioni interrotte. L’unica comunicazione fatta girare nervosamente anzi è stata proprio quella relativa alla chiusura dei canali tra il Pd e Crocetta. Affanosi contatti di mediatori, e squilli di telefono che si sono persi nel vuoto.
“Stavolta si sono rotti anche su un piano personale i rapporti, oggi mi ha telefonato persino chi non sentivo da una vita nel partito”, svelava ieri un dirigente del Partito democratico sulla vicenda. Crocetta che rimette insieme chi non si parla da una vita, dunque. Non è la prima volta.
“Stavolta si vota”, prosegue un altro accanto a lui che non vuole essere meno nella narrazione drammatica del momento difficile, l’ennesimo dei rapporti tra il governatore ed il suo partito.
Davide Faraone, che si aspettava solidarietà, ma avrebbe incassato favorevolmente anche il silenzio di Crocetta, l’altro giorno durante la conferenza stampa del presidente della Regione, in merito alla vicenda dei soldi ai gruppi parlamentari, risponde con un documento che segna in dieci punti l’inizio delle ostilità per la segreteria regionale del Pd, senza perdere l’occasione per una stoccata: “Finora niente rivoluzione, solo tanta continuità con il passato che non ci piace. O si cambia o in Sicilia meglio tornare al voto, questo galleggiamento non serve a nessuno”.
Ancora non sappiamo in chi il verbo renziano si sia compiaciuto, e chi sarà il prossimo 16 febbraio l’uomo da battere dei renziani alla guida del partito, ma, partendo da due principi, mai più fondi europei non spesi e mai più precari improduttivi e individuando una mappa di cose da fare in dieci punti, Faraone articola il manifesto politico del futuro che deve essere quanto prima presente.
Intanto, nonostante quello che viene fatto trapelare, le diplomazie lavorano in vista dell’incontro di martedì prossimo convocato da Baldo Gucciardi capogruppo del Pd con Crocetta, che precederà il vertice di maggioranza. Il governatore è lontano dal cospargersi il capo di cenere, ma potrebbe pagare un prezzo alto per essersi proclamato l’unico rottamatore della Sicilia.

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