Il governo cambia i vertici della Seus, taglia le promozioni che il consiglio di sorveglianza della società aveva ritenuto fonte di sprechi e riduce anche lo stipendio di circa 3 mila dipendenti portando il contratto da full time (36 ore) a part time (30/32 a seconda dei casi).
È la conclusione di una manovra sulla società che gestisce le ambulanze del 118 iniziata a ottobre, quando il consiglio di sorveglianza guidato da Giulio Guagliano denunciò circa 600 esuberi (autisti-soccorritori pagati senza lavorare) e promozioni illegittime. I passaggi di qualifica sono stati tutti azzerati ieri dal consiglio di gestione della società, affidato dal primo gennaio a un fedelissimo di Crocetta, Gaetano Montalbano che fa parte anche del gabinetto del presidente della Regione e succede a Livia Lo Cascio.
Montalbano ha riportato al livello contrattuale C una ventina di dipendenti della Seus che tre anni fa, al momento di creare la nuova società dalle ceneri della Sise, erano stati promossi in D: il loro stipendio scenderà ora da circa 1.400 a poco meno di 1.200 euro netti. E in C sono stati riportati anche due dirigenti che erano in E: passano da circa 2.500 a 1.200 euro netti al mese. Una mossa che ha creato agitazione ieri alla Seus: i dipendenti, in un comunicato, hanno fatto notare che ora ci sarebbero settori strategici senza funzionari legittimati a prendere decisioni e a organizzare i servizi.
Ma la mossa più incisiva dal punto vista finanziario Crocetta l’ha messa a punto ieri in un vertice a Palazzo d’Orleans con Lucia Borsellino. «Abbiamo deciso - spiega il presidente - di riportare i contratti del personale a 30 ore per recuperare 20 milioni di spesa aggiuntiva che non possiamo più permetterci, come ci ha segnalato il presidente della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo nella recente indagine sulle partecipate». I 3 mila autisti soccorritori e gli amministrativi tornano quindi all’orario di lavoro che avevano ai tempi in cui furono assunti alla Sise: erano stati portati a 36 ore quando fu creata la Seus in cambio della rinuncia ad alcuni arretrati. La direttiva di Crocetta impone però di attivare la concertazione sindacale, sarà quindi operativa fra qualche settimana e nel frattempo si verificherà il reale fabbisogno in modo che alcuni potrebbero lavorare 32 ore invece di 30. Il taglio medio di stipendio non dovrebbe superare i 100/200 euro e ha l’obiettivo di riportare la spesa annuale per la società da 120 a 100 milioni. «Se le Asp rinunceranno ad affidare all’esterno i servizi non sanitari - ha concluso Crocetta - così come abbiamo chiesto loro e previsto in Finanziaria, al personale Seus potrà essere garantito un integrativo che gli permetterà di recuperare quanto perdono adesso».
Crocetta ha affidato il nuovo corso della Seus ad Angelo Aliquò, uno dei manager che apprezza di più ma che non ha superato il concorso bandito dall’assessore Lucia Borsellino per selezionare i nuovi vertici della sanità pubblica. Aliquò, attuale commissario straordinario dell’Asp di Ragusa e braccio destro di Massimo Russo nella passata legislatura, succede a Giorgio Maria Vinciguerra, il cui contratto è scaduto. Giovedì invece l’ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù aveva dato lo stesso incarico a Vittorio Virgilio, commissario uscente alla Asp di Caltanissetta, anche lui bocciato al termine del maxi concorso bandito. Una selezione che hanno superato solo in 70. Da questo elenco entro il primo febbraio la giunta dovrà selezionare i 18 nuovi manager di Asp e ospedali: «Siamo quasi pronti - conferma Crocetta - ma prima farò un passaggio con i partiti». Le nomine degli ultimi giorni sono mosse indicative in questo senso perchè permettono a Crocetta di superare l’attrito che era nato proprio al termine di questa selezione recuperando due nomi a lui graditi.
Nella stessa logica va letta la revoca dell’incarico a Salvatore Roberto Messina, ormai ex commissario dell’Asp di Agrigento, e promotore di un ricorso al Tar contro il concorso per manager che, a giugno, potrebbe rimettere tutte le nomine in discussione. Per l’assessore Lucia Borsellino «con lui si è rotto il rapporto di fiducia». L’assessore e il presidente hanno motivato la revoca anche per via «del persistere di gravi criticità gestionali sia sotto il profilo dell’assistenza sanitaria che per taluni aspetti relativi all’approvvigionamento di beni e servizi, in gran parte non osservati le normative in materia di certificazione antimafia». L’incarico di guidare la Asp agrigentina è stato affidato ad interim all’attuale commissario della Asp di Enna, Giuseppe Termine, che non avrà compenso aggiuntivo.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.