La tassa di sbarco
rappresenta, in particolare per le isole minori, un’esigenza imprescindibile,
ancora più importante dell’imposta di soggiorno.
Essa, infatti, offre
l'opportunità ai comuni insulari di ripartire tutta una serie di costi legati
al flusso turistico e in particolare al flusso giornaliero dei barconi e delle
navi da crociera, su una popolazione più ampia dei residenti su cui fino ad oggi
questi costi continuano a pesare.
Si pensi ai servizi di
accoglienza a cominciare da quelli igienici, si pensi al doppio turno di
spazzatura, si pensi alla pulizia delle spiagge, si pensi alle aree attrezzate
per i picnic e i momenti di ristoro per non parlare dei costi legati alla cura e
alla manutenzione dei beni culturali, dei punti panoramici, dei sentieri, alla
viabilità, etc.
L’averla cancellata
all’ultimo momento dal decreto così detto "mille proroghe " può
essere stato un atto di saggezza per permettere una maggiore considerazione ed
evitare che fosse confusa in un calderone indistinto dove, parlamentari
furbetti, ne hanno approfittato per inserire di tutto e di più.
Ora non bisogna però
frapporre altro indugio se vogliamo che le nostre isole possano prepararsi per
tempo alla stagione estiva e affrontare i flussi turistici in maniera più
adeguata di quanto finora sia avvenuto.
Proprio la fragilità
dell'ecosistema delle piccole isole richiede professionalità nell'esercizio
dell’accoglienza e la professionalità costa in un mercato che si rivela sempre
più agguerrito sul piano dell'offerta.
Dedicare a questa tassa di
sbarco maggiore considerazione vuol dire distinguere le fasce di visitatori fra
quelli che giungono per un certo periodo e soggiornano in alberghi, residence,
pensioni, ostelli e campeggi: probabilmente per questi potrebbe essere
sufficiente l'imposta di soggiorno accompagnata, eventualmente, da una tassa di
sbarco minima.
Diversa è invece la realtà
dei cosiddetti turisti "mordi e fuggi" che giungono con i barconi,
beneficiano dei servizi e contribuiscono in maniera minimale all'economia
locale: per costoro dovrebbe essere prevista una tassa più alta variabile
secondo il numero di località toccate e di soste effettuate.
Infine una terza categoria è
quella dei visitatori che giungono con navi da crociera: anch'essi usufruiscono
dei servizi di accoglienza e se è vero che spesso contribuiscono più dei primi
all'economia locale, è anche vero che si tratta di visitatori a più alto
reddito che possono contribuire più agevolmente alla qualificazione del
turismo.
Sappiamo bene che, proprio in
questi giorni, la questione della tassa di sbarco è stata affrontata dal
Ministro del Turismo e che è già in discussione una proposta di decreto che nei
prossimi giorni sarà presentata al Consiglio dei Ministri per una probabile
approvazione entro il mese di gennaio.
A questa decreto, se
approvato, come auspichiamo, dovrà seguire un regolamento da parte del Comune
di Lipari e una riflessione ampia, che coinvolga categorie sociali ed
economiche, forze politiche e sociali, cittadini in genere, può senz’altro
contribuire concretamente all’emanazione di regolamento ampiamente condiviso.
Lipari, 10 gennaio 2014
Saverio Merlino ( Segretario PD Lipari-Eolie)
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