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lunedì 6 gennaio 2014

ARDIZZONE AVVERTE CROCETTA: “ANCORA NON CI SIAMO…”

Finanziaria in dirittura d’arrivo, una montagna di emendamenti attende la ripresa dell’attività parlamentare, mille per l’esattezza. Non è una novità, il bilancio è l’appuntamento politico di maggiore rilievo: i gruppi parlamentari e singoli deputati vogliono “partecipare”. De Coubertin non c’entra niente, partecipare per fare passare la propria proposta.
Molti bisogni rimarranno insoddisfatti, la sfrondatura sarà “radicale”. L’Assemblea ha un ufficio del bilancio che fa le bucce agli emendamenti, ancor prima che, a cose fatte, arrivi il Commissario dello Stato a bocciare. L’esame non riguarda il merito, ma la copertura finanziaria.Nessuna proposta può passare se non indica la copertura, cioè quanto costa e da dove si prendono i soldi. Significa che bisogna togliere da una parte e mettere dall’altra. Un’operazione delicata, perché si “accontenta” e si scontenta: le due facce della bilancia non pareggiano.
Il tetto è stato abbondantemente sfondato dagli emendamenti, quindi non c’è trippa per gatti. Ne cadranno tanti per ragioni tecniche, ed tanti altri per ragioni politiche perché alla fine, le scelte vanno fatte.
L'assessore all’Economia, Bianchi, raccomanda cautela e ricorda che la Regione siciliana dispone di risorse in modica quantità. Oggi più che mai, dunque, è necessario stabilire priorità rigorose, non si può sbagliare.
Nell’ultima sediuta di sala D’Ercole, proprio in apertura, il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, ha detto chiaro e tondo che i conti non “appattano”, che il bilancio, così com’è, non può chiudersi.
Non si è trattato di un intervento politico, ma di una constatazione: l’ufficio del bilancio dell’Ars ha riscontrato anomalie. In più, ma questo è solo un sospetto nostro, crediamo che il presidente dell’Ars stia tenendo i contatti con il Commissario dello Stato. Non si tratta di censura preventiva, ma di evitare brutte sorprese successive all’approvazione. Sarebbe peggio di una calamità naturale, perché le bocciature lascerebbero a secco comuni e servizi di prima necessità. Quindi, piedi di piombo e marcamento stretto.
Anche il governo ha presentato degli emendamenti, per esempio ha portato al centro della discussione la riforma delle partecipate, che sono delle idrovore, sulle quali però le attenzioni sono notevoli. Ognuno, come si dice, ha il suo.
Gli avvertimenti di Ardizzone sono stati oggetto di valutazione da parte del governo, Crocetta e Bianchi in testa. E’ probabile che anche l’esecutivo faccia la sua parte, rinunciando a qualche emendamento.
Il voto favorevole o contrario, infine, acquista una valenza politica in questa fase, dopo le voci di un dialogo fra Crocetta e Castiglione, ed una apertura – generica – del presidente della Regione alle opposizioni, che però sono state oggetto di valutazioni diverse sia all’interno della maggioranza, e del Pd in particolare, sia nell’area dell’opposizione. Castiglione è stato rimproverato, velatamente, di essersi spinto troppo avanti, non avendo ricevuto alcun mandato, dalla senatrice Vicari. Nella sostanza, tuttavia, un patto fra centrosinistra e Ncd non viene affatto respinto, anzi. Beppe Lupo, segretario regionale Pd, ha detto di non gradire inciuci. Ma questi sono aspetti, di fato, marginali rispetto al confronto dell’Aula sulla finanziaria.

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