COMUNICATO STAMPA
La vicenda del
depuratore di Vulcano ha forse ricevuto poca attenzione mediatica, quando
questa era essenzialmente rivolta al sito di Lipari e alle arbitrarie decisioni
del commissario all’emergenza Pelaggi, ma entrambi sono frutto della stessa
logica: realizzare opere sovradimensionate, i cui onerosi costi di gestione
sono destinati a ricadere interamente sulle comunità locali.
Nel caso di Vulcano,
tuttavia, le scelte operate dal commissario all’emergenza presentano un aspetto
ancora più controverso: l’impianto che si sta realizzando sorge alla base del
vulcano La Fossa, uno dei due crateri attivi dell’arcipelago che – come tali –
costituiscono l’elemento più espressivo e importante del riconoscimento delle
Eolie quale “Patrimonio dell’Umanità” per i valori naturalistici.
Quale potrebbe essere
il giudizio dell’Unesco su tale scelta e quali conseguenze potrebbe avere lo
stesso per il mantenimento del Sito Isole Eolie nella World Heritage List?
Certamente non potrà essere lusinghiero, alla luce di un precedente – quello
delle cave di pomice sui versanti di Monte Pelato a Lipari – che per lungo
tempo ha relegato l’arcipelago tra i siti a rischio di cancellazione dalla WHL.
Se è vero che – in
questo caso – va considerata la necessità di dotare l’isola di un impianto di
depurazione, è anche vero che risulta incomprensibile come due uffici regionali
– la Soprintendenza di Messina e l’Assessorato al Territorio e Ambiente –
possano avere rilasciato rispettivamente le necessarie autorizzazioni
paesaggistiche e di impatto ambientale a un impianto localizzato sulle pendici
del cratere e a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla sua sommità.
Era possibile un’altra
localizzazione? Tale quesito è destinato a rimanere insoluto, perché
all’amministrazione e alla comunità locale non è mai stato dato modo di entrare
in merito a scelte operate in nome dell’emergenza, e anche perché tutt’oggi
manca un ente gestore del Sito Unesco che possa muovere eventuali obiezioni
legate al rispetto di criteri di conservazione per i quali siamo, forse ancora
per poco, un “Patrimonio dell’Umanità”.
Tuttavia, non si può
non rilevare come alcuni passaggi della procedura di rilascio delle
abilitazioni da parte dei soggetti competenti richiedano un riesame severo,
ancorché tardivo, allo scopo di appurare se vi siano state omissioni o se siano
frutto di analisi eccessivamente
superficiali riguardo allo stato e all’importanza ambientale e
paesaggistica dei luoghi coinvolti.
Sarebbe infatti
alquanto paradossale che il Ministero dell’Ambiente, ovvero il principale soggetto
che risponde all’Unesco per il mantenimento delle Eolie nella World Heritage
List, sia allo stesso tempo il principale responsabile – tramite l’affidamento
della progettazione alla Sogesid e la nomina di un suo amministratore a
commissario – di una scelta per la quale l’arcipelago potrebbe essere
cancellato dalla lista dei “Patrimoni dell’Umanità”.
La Sinistra eoliana
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