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lunedì 4 agosto 2014

Filicudi: Residenti e turisti "insorgono" e dicono no al pontile galleggiante

Come da noi anticipato vi è grande fermento a Filicudi per l'installazione di un pontile galleggiante nella zona del porto. Fermento salito alle stelle dopo che nell'isola (come da noi scritto ieri) è arrivato il pontone che dovrà posizionare i cosidetti "corpi morti" (anch'essi arrivati a Filicudi) che ancoreranno al fondo la struttura. Il tutto nel cuore della stagione estiva.
Ieri, a margine della Processione di Santo Stefano, isolani e turisti hanno incontrato il sindaco di Lipari per chiedere un suo intervento in autotutela.
Il movimento di isolani, villeggianti e turisti di Filicudi ha "partorito" quest'oggi questa nota: 

La cecità della Regione Siciliana e della pubblica amministrazione rischia di mettere in pericolo una delle più belle spiaggie delle Eolie e il suo ecosistema.
L'isola di Filicudi è un luogo incontaminato e ricco di risorse naturali e culturali; Il mare con i suggestivi fondali ricoperti da praterie di Posidonia (specie protetta), i percorsi archeologici, gli straordinari aspetti della flora e della fauna rendono tale isola un patrimonio ambientale ancora intatto nel quale si è sviluppato un turismo rispettoso e responsabile, attratto dalla bellezza e dalla tranquillità dei luoghi.
Si tratta di un patrimonio che rischia di disperdersi a causa della prossima realizzazione di un pontile galleggiante con una decina di grandi corpi morti in cemento, per consentire la messa in posa di cinque grandi pontili in legno per circa 50 imbarcazioni nella Baia del Porto di Filicudi.
I pilastri in cemento danneggerebbero i fondali sommersi con la distruzione del poseidoneto con conseguenze incalcolabili, basti pensare che la perdita di un solo metro lineare di prateria può portare alla scomparsa di diversi metri della spiaggia antistante, a causa dei fenomeni erosivi; la regressione delle praterie comporta, inoltre, una perdità di biodiversità e un deterioramento della qualità delle acque.
La presenza del pontile farebbe aumentare il numero e le dimensioni delle barche attraccate, con la conseguenza di alterare irreversibilmente il modello di turismo che sino ad ora ha garantito il mantenimento delle bellezze dell'isola.
Il continuo movimento delle imbarcazioni metterebbe a rischio gli importantissimi reperti archeologici di Capo Graziano (in parte sommersi).
Per la sua ubicazione, il pontile impedirebbe la libera fruizione della spiaggia del Porto, l'unica baia dell'isola agevolmente fruibile per i turisti, le famiglie isolane e i bambini.
Essendo collocato in prossimità dello scalo d'alaggio, il pontile intralcerebbe il varo e l'approdo delle imbarcazioni tradizionali e dei piccoli pescatori. Se poi dovese verificarsi l'esigenza di una evacuazione immediata dell'isola, il pontile costituirebbe un grave ostacolo alle operazioni, con conseguenze facilmente intuibili.
Tutto ciò significherebbe piegare l'ecosistema, la bellezza naturale di un luogo, la sua fruizione da parte del pubblico di bagnanti e lavoratori del mare, la sicurezza stessa dell'isola, a interessi di stampo meramente economico; di un'economia che però tornerebbe a vantaggio non certo della comunità filicudara, ma solo di un ristretto gruppo di persone.
Di fatto questa concessione dovrebbe essere bloccata con una ordinanza eccezionale del Presidente della Regione Siciliana o del Sindaco di Lipari, al fine di tutelarne l'ecosistema ambientale e la spiaggia utilizzata dagli abitanti e dai turisti.
Movimento di isolani, villeggianti e turisti di Filicudi
NDD - A questo punto resta da capire cosa accadrà. Appare difficile che, in questo frangente, il Presidente della Regione decida per l'emissione di una ordinanza che blocchi la concessione. Lo stesso dicasi per il sindaco Giorgianni che, obiettivamente, con un provvedimento del genere potrebbe trovarsi coinvolto in una querelle giudiziaria della quale pensiamo faccia volentieri a meno.
Appare più probabile che il sindaco di Lipari, considerando la stagione turistica avanzata, i problemi, anche dal punto di vista della sicurezza e della protezione civile, opti per l'emissione di una ordinanza che "stoppi" i "lavori in corso" (a nostro avviso fortemente illogici in questo periodo e rischiosi sia per i bagnanti che per le attività che si esplicano in ambito portuale).

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