Egregio Direttore,
appena ho letto la replica del sig. Mandarano apparsa sul Suo giornale online il 31.07.2014, in subordine al mio articolo apparso sul Vostro quotidiano il giorno precedente, ho immediatamente pensato a Saverio Merlino e a tutti quelli che si sono battuti affinche' il reparto di Ostetricia dell'Ospedale di Lipari non chiudesse, a tutti quelli del gruppo di "Voglio nascere a Lipari ma non posso" su facebook e a tutte le proteste apparse sulla stampa da parte degli eoliani contro la decisione dell'allora Assessore alla Sanita' regionale Russo, nemico dei piccoli ospedali compreso il nostro. Fosse ancora oggi Assessore, il dott. Russo troverebbe un valido alleato in personaggi come il sig. Mandarano, il quale scrive che la nascita di un figlio annulla metaforicamente tutti i sacrifici e i disagi affrontati, a seguito della chiusura del reparto ostetrico eoliano. Strano, fino ad oggi abbiamo letto e sentito il contrario e gli archivi storici della stampa soprattutto eoliana ne sono testimoni. Nessuno mette in discussione che la nascita di un figlio rende cosi felici, tanto che i sacrifici affrontati si dissolvono davanti ai vagiti del neonato, ma e' altrettanto indubbio che il peggioramento di un servizio non puo' essere bypassato con la felicita' di un lieto evento. Se cosi fosse, allora chiudiamo tutto l'ospedale di Lipari e andiamo tutti a curarci sulla terraferma per qualsiasi cosa, dato che la cura e la gioia della guarigione da qualunque malattia, cosi come per la nascita di un figlio, annullerebe metaforicamente i sacrifici affrontati!La lettera della Sig.ra Piera Biviano apparsa sul Suo giornale online il 30.07.2014 riguardante il presunto caso di malasanita', presenta significative omissioni e palesi contraddizioni, rendendo legittimamente dubbia l'obiettivita' dei fatti cosi come da Lei rappresentati. LIMITATAMENTE A QUANTO LA SIG.RA SCRIVE, sono diversi gli elementi di criticita' nel suo racconto, ad esempio non e' indicata l'eta' della paziente e quasi nulla si sa circa la sua anamnesi, sua cronostoria sanitaria molto frammentaria, nulla della compliance della paziente, omissione descrittiva del ruolo di altre figure mediche importanti ma non menzionate nell'articolo, risultati dell'autopsia, etc... etc..., elementi importanti dei quali non si ha traccia nel racconto della figlia della paziente, ma che sono imprescindibili per un giudizio corretto sull'operato dei medici messi sotto accusa. Infatti e' fin troppo evidente che i Sigg. Mandarano/Biviano mettono in stretta relazione la morte della loro anziana parente con il comportamento dei medici del P. O. di Lipari, specialmente quelli della dialisi, dato che ne chiedono la sostituzione con medici piu' preparati. Se le cose fossero andate cosi come descritte nella lettera denuncia pubblicata online, nel codice penale questo si chiama omicidio colposo, per negligenza o per imprudenza o per imperizia dei medici chiamati in causa. Accuse molto gravi che non possono essere giustificate e reiterate a mezzo stampa senza supportarle con prove concrete, oggettive e non con valutazioni personali, nonostante il Sig. Mandarano si affanni infruttuosamente a precisare che Sua Moglie abbia descritto con esattezza quanto accaduto. Al contrario, come ho gia' scritto, tra lacune, omissioni e contraddizioni contenute nella lettera di Sua Moglie, il dubbio che le cose denunciate non siano andate esattamente come descritto e' legittimo. Accusare sulla stampa qualunque persona di comportamenti criminali, perche' tali sarebbero se veramente accaduti, e non supportarli presso le dovute sedi con prove inconfutabili e non con valutazioni personali dei Sigg. Mandarano/Biviano, che non sono medici, configura i reati di diffamazione a mezzo stampa e calunnia, con conseguenze risarcitorie molto pesanti. Anche l'ASP 5 Messina potrebbe costituirsi parte civile contro i Sigg. Mandarano/Biviano.
Davvero inaccettabili poi le motivazioni del Sig. Mandarano circa la pulizia dei locali dell'ospedale isolano, attribuibili secondo questo Signore alla minor mole di lavoro nel nostro ospedale rispetto a quello della terraferma, specialmente durante l'estate. Un'affermazione del genere, prima di offendere strutture e personale verso i quali e' indirizzata, offende l'intelligenza del suo autore. Non bisogna essere dei geni per capire che gli Ospedali di Lipari e di Patti servono bacini di utenza differenti per tipologia, numero di assistiti e per decisioni strategiche aziendali nell'assegnazione delle "mission" ai singoli ospedali. E' ovvio che la mole totale di lavoro dei 2 ospedali non puo' che essere diversa, ma e' al tempo stesso sostanzialmente simile se proporzionata al numero di abitanti di riferimento e al numero di personale a disposizione nelle 2 strutture. Stando al ragionamento del Sig. Mandarano, allora anche i Colleghi dell'ospedale di Patti lavorerebbero poco se rapportassimo il volume delle loro prestazioni a quello di qualunque ospedale cittadino! Pertanto mi dispiace deludere il Sig. Mandarano nel rispondergli che la pulizia dei locali ospedalieri di Lipari e' dovuta sia all'ottimo lavoro della ditta appaltatrice addetta alle pulizie, ma anche al senso di civilta' sia del personale che degli utenti e non perche' si lavorerebbe di meno che altrove! Inoltre in estate, il lavoro raddoppia o si triplica in Ospedale come nelle ex guardie mediche, proprio per l'arrivo dei turisti e i 2 reparti maggiormente interessati da questo aumento di prestazioni sono proprio il Pronto Soccorso e la Dialisi. Proprio quest'ultima consente a molti turisti con insufficienza renale di poter effetture la villeggiatura, nonostante l'obbligatorieta' del trattamento dialitico. Ma anche gli altri reparti subiscono un significativo aumento delle proprie prestazioni durante l' estate.
Non so di cosa si occupa il Sig. Mandarano nella sua vita, ma spero che qualunque cosa faccia, la faccia orgogliosamente bene. Questo perche' dovrebbe essere superfluo sottolineare che chiunque svolga il proprio lavoro con capacita' e correttezza, specialmente in un ambiente difficile come quello insulare, non puo' che essere orgoglioso del proprio comportamento, non certo per mera vanita'.
Non credano i Sigg. Mandarano/Biviano che il sottoscritto pensi che non sia giusto denunciare anche a mezzo stampa problematiche di qualunque genere, sanitarie comprese, figuriamoci! In un momento di pericolosa deriva dittatoriale come quello che stiamo vivendo attualmente in Italia, trovate in me e spero in milioni di italiani, un paladino difensore delle liberta' democratiche di noi cittadini, compresa la liberta' di espressione anche a mezzo stampa (art. 21 della Costituzione Italiana). Ma la liberta' di espressione non puo' prescindere dalla veridicita' di cio' che si afferma se non con dati obiettivi e senza omissioni, pena la falsificazione della verita' e sue negative conseguenze.
Non sono difensore di nessuno, i miei Colleghi coinvolti nelle accuse dei Sigg. Mandarano/Biviano sanno difendersi da soli, non era ed non e' mia intenzione prendere le loro difese come scritto dal Sig. Mandarano. L'amore della ricerca obiettiva della verita', unitamente al debito di riconoscenza che ho nei confronti dell'istituzione sanitaria eoliana, ogniqualvolta mi sono dovuto rivolgere ad essa in qualita' di utente, nonche' il mio ruolo di operatore sanitario proprio in questa struttura ospedaliera liparota, mi hanno spinto a scrivere sia l'articolo del 30 luglio, sia questa replica.
Dr. Giancarlo Baldanza - Dirigente Medico Fisiatra
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