In questi ultimi mesi la gente s’interroga se si tratta d’ipotesi provocatorie, di proposte progettuali, di fantasie o di cose concrete.
Si discute, si almanacca e prima spunta la favola dell’aviosuperficie a Punta Castagna, dove, a parte tutto, manca la superficie minima, è una zona soggetta a ingrottamenti e possibili frane, é geologicamente inconsistente con strati di spazzatura, ecc., adesso, dal cilindro, rispunta Quattropani-Castellaro.
In tre mesi…due ipotesi di aviosuperficie (almeno non si riparla più di aeroporto).
Se invece vogliamo ragionare e confrontarci seriamente su questo progetto, che certamente non appartiene ai pochi, ed evitare inutili polemiche, per non spendere soldi e perdere tempo inutile chiedo: perché non si coglie l’occasione per affidare, concretamente, uno studio a chi sa interpretare i fenomeni di trasformazione della società, l’evoluzione della struttura produttiva, le spinte all’innovazione?
Penso, per esempio, al Censis, Centro Studi Investimenti Sociali che da cinquant'anni svolge una costante e articolata attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socio-economico e realizza studi sul sociale, l'economia e l'evoluzione territoriale, etc.
INTANTO A TAL PROPOSITO QUESTE BREVI CONSIDERAZIONI:
Bisognerebbe verificare l’effettiva utilità dell’opera e il costo/beneficio.
Penso che stiamo parlando del “nulla nel niente”…
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti -DECRETO 8 agosto 2003 (GU n. 297 del 23-12-2003)
Art. 1. Definizioni
Per «aviosuperficie» si intende un'area idonea alla partenza e all'approdo di aeromobili, che non appartenga al demanio aeronautico di cui all'art. 692 del codice della navigazione e su cui non insista un aeroporto privato di cui all'art. 704 del codice della navigazione.
Per «aviosuperficie» si intende un'area idonea alla partenza e all'approdo di aeromobili, che non appartenga al demanio aeronautico di cui all'art. 692 del codice della navigazione e su cui non insista un aeroporto privato di cui all'art. 704 del codice della navigazione.
Art. 3. Gestione ed uso delle aviosuperfici
Fatto salvo quanto previsto agli articoli 7 e 8, l'aviosuperficie e' gestita da persone fisiche o giuridiche le quali sono responsabili della sua rispondenza ai requisiti previsti dal presente decreto, della sua agibilita' in condizioni di sicurezza anche in relazione agli ostacoli presenti lungo le traietorie di decollo e atterraggio, e dell'efficienza delle attrezzature tecniche e operative installate.
La gestione di un'aviosuperficie e' subordinata al consenso, espresso in forma scritta, del proprietario dell'area su cui l'aviosuperficie e' ubicata; se l'area e' appartenente allo Stato o a enti pubblici, la gestione e' subordinata al nulla osta o alla concessione d'uso da parte della competente autorita' amministrativa.
L'uso di un'aviosuperficie e' subordinato al consenso del gestore, che e' tenuto a fornire agli utenti tutte le informazioni necessarie per la buona esecuzione dell'attivita', ed e' limitato ', ed e' limitato ai voli intracomunitari.
Art. 10. - Limitazioni
La scelta, la gestione e l'uso di un'aviosuperficie sono subordinati al rispetto delle zone proibite, pericolose e regolamentate indicate nelle apposite pubblicazioni aeronautiche
nazionali e sono comunque soggetti alle restrizioni permanenti o temporanee stabilite dalle competenti autorita' civili o militari
Art. 22. Trasporto pubblico con velivoli
L’uso di aviosuperfici per attività di trasporto pubblico con velivolo è consentito esclusivamente per i voli: intracomunitari; in condizioni meteo non inferiori a quelle minime prescritte dalle regole del volo a vista; limitato alle ore diurne; con velivoli di massa massima al decollo non superiore a 5700 kg e numero di posti passeggeri non superiore a 9.
Questo vuol dire che, per raggiungere la cifra che gli operatori si aspettano (almeno 100 mila passeggeri l’anno, si dovrebbero effettuare 12 mila voli all’anno, cioè 35 aerei al giorno (dalle 7 del mattino alle 19.00 e poi l’atterraggio è a vista: vuol dire anche che se c’è troppo vento per esempio ( e qui capita spesso) l’aereo non atterra.
Fatto salvo quanto previsto agli articoli 7 e 8, l'aviosuperficie e' gestita da persone fisiche o giuridiche le quali sono responsabili della sua rispondenza ai requisiti previsti dal presente decreto, della sua agibilita' in condizioni di sicurezza anche in relazione agli ostacoli presenti lungo le traietorie di decollo e atterraggio, e dell'efficienza delle attrezzature tecniche e operative installate.
La gestione di un'aviosuperficie e' subordinata al consenso, espresso in forma scritta, del proprietario dell'area su cui l'aviosuperficie e' ubicata; se l'area e' appartenente allo Stato o a enti pubblici, la gestione e' subordinata al nulla osta o alla concessione d'uso da parte della competente autorita' amministrativa.
L'uso di un'aviosuperficie e' subordinato al consenso del gestore, che e' tenuto a fornire agli utenti tutte le informazioni necessarie per la buona esecuzione dell'attivita', ed e' limitato ', ed e' limitato ai voli intracomunitari.
Art. 10. - Limitazioni
La scelta, la gestione e l'uso di un'aviosuperficie sono subordinati al rispetto delle zone proibite, pericolose e regolamentate indicate nelle apposite pubblicazioni aeronautiche
nazionali e sono comunque soggetti alle restrizioni permanenti o temporanee stabilite dalle competenti autorita' civili o militari
Art. 22. Trasporto pubblico con velivoli
L’uso di aviosuperfici per attività di trasporto pubblico con velivolo è consentito esclusivamente per i voli: intracomunitari; in condizioni meteo non inferiori a quelle minime prescritte dalle regole del volo a vista; limitato alle ore diurne; con velivoli di massa massima al decollo non superiore a 5700 kg e numero di posti passeggeri non superiore a 9.
Questo vuol dire che, per raggiungere la cifra che gli operatori si aspettano (almeno 100 mila passeggeri l’anno, si dovrebbero effettuare 12 mila voli all’anno, cioè 35 aerei al giorno (dalle 7 del mattino alle 19.00 e poi l’atterraggio è a vista: vuol dire anche che se c’è troppo vento per esempio ( e qui capita spesso) l’aereo non atterra.
Lipari, 10 Ottobre 2014 Saverio Merlino
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