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venerdì 7 novembre 2014

Paralisi dell’Ufficio Demanio Marittimo di Milazzo Per Confindustria Messina un paradosso inaccettabile


“Inaccettabile che le imprese continuino a subire le inefficienze della Pubblica Amministrazione senza che nessuno se ne assuma le responsabilità”. 
È quanto dichiara Alfredo Schipani, Presidente di Confindustria Messina con riferimento  all’incresciosa paralisi dell’Ufficio Demanio marittimo di Milazzo, già emersa e segnalata dagli organi di comunicazione.L’ufficio, a seguito dell’avvicendamento di competenze dalle Capitanerie di Porto all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente,  rimane ad oggi totalmente paralizzato a causa di un cortocircuito burocratico. 
Da quanto riferito dallo stesso dirigente dell’ufficio, e come già noto agli operatori, le istanze presentate dalle imprese non possono essere istruite poiché i funzionari, pur muniti della qualifica idonea, non sarebbero abilitati a completare i procedimenti. 
Tutto si blocca perché dall’Assessorato Territorio e Ambiente non arriva l’atto utile a formalizzare tale competenza, mentre le imprese subiscono grave danno economico.   
“Questa omissione amministrativa – segnala Alfredo Schipani - sta procurando disagi e ingenti danni alle imprese che svolgono attività sulle aree demaniali, soprattutto per impossibilità di rinnovare le licenze o di completare iter di progetti da sottoporre agli enti locali; diverse sono le attività a rischio per la prossima stagione balneare”.   
Peraltro, nella giurisdizione del Demanio marittimo di Milazzo, ricadono territori a forte vocazione turistico-balneare, come Isole Eolie, Milazzo, Sant' Agata Militello. Non vi è dubbio che tale situazione arreca grave danno ad un’importante comparto economico, strettamente legato al diportismo ed al turismo e già fortemente danneggiato dalle carenze di infrastrutture e trasporti. 
“Si tratta di una situazione paradossale, in cui si ravvisa anche il danno erariale – aggiunge l’Avv. Eduardo Omero, Presidente della Delegazione Eolie di Confindustria Messina -. Mentre le casse delle nostre pubbliche amministrazioni languono, si procura il danno derivante dal mancato introito dei canoni di concessione e dalla compromessa operatività di uffici sostenuti da fondi pubblici, ossia dal contributo di ciascuno di noi, cittadini e imprese”.       
“La Regione, nel suo doveroso esercizio delle pubbliche funzioni – conclude Omero – deve risolvere la questione con carattere di urgenza; diversamente le imprese danneggiate non potranno che richiedere accertamento delle responsabilità e risarcimento dal danno ai competenti organi giudiziari”. 

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