(Il mattino) Ore di ansia per gli oltre tremila lavoratori del gruppo Tirrenia, presente soprattutto al Sud e in Campania, oltre che in Toscana e Lazio. Un’assemblea unitaria, svoltasi ieri nella sede napoletana della compagnia di navigazione al rione Sirignano, con la partecipazione di marittimi ed amministrativi, ha sancito lo stato di agitazione dei dipendenti della società. Nelle loro parole il timore che l’avviato processo di privatizzazione della società possa generare un nuovo caso Alitalia. In un comunicato diffuso al termine dell’assemblea, i dipendenti della Tirrenia minacciano «azioni di lotta dure» e invocano l’intervento delle istituzioni locali e dei sindacati, ribadendo il loro no a «ingiustificati e indiscriminati tagli di servizi per decreto, a una svalutazione economico-patrimoniale dell’azienda, che porti a un’inevitabile svendita e a una privatizzazione selvaggia senza accordi sindacali».E già ieri lo stato di agitazione dei lavoratori della compagnia di navigazione ha causato i primi disagi ai passeggeri in partenza dal porto di Napoli, costretti a lunghe attese sulle banchine, con tre navi interessate dal blocco di due ore deciso nell’ambito della protesta Tirrenia.
All’ancora ieri per due ore sono rimaste la Raffaele Rubattino ormeggiata al molo 16 per Palermo, la Laurana, ormeggiata al molo 6, per le isole Eolie, e la Toscana, al molo 15/bis, destinazione Cagliari