Comunicato stampa: brevi considerazioni sulle dichiarazioni del consigliere Finocchiaro riguardo ai lavori portuali di Marina Corta.
Intervengo per mero spirito di polemica, e lo dichiaro preliminarmente per fugare qualsiasi dubbio al riguardo, ma ritengo che sia necessario puntualizzare alcune risposte alle dichiarazioni rese oggi alla stampa dal consigliere Finocchiaro, esperto delegato per la portualità del Comune di Lipari. Nell’informarci della ripresa dei lavori di messa in sicurezza nel braccio Sud di Marina Corta, il collega Finocchiaro ci avverte “della presenza di una frangia di popolazione, per fortuna sparuta, la quale avversando comunque un qualsivoglia cambiamento, anche se portatore di evoluzione, lavoro e ricchezza per tutti gioisce per qualunque cosa boicotti queste iniziative e cerca di imputarle all’incapacità della amministrazione”. Sospetto che il collega abbia inteso indicare, tra gli altri, anche il sottoscritto, ma non comprendo il perché, e soprattutto mi sfugge la natura del “cambiamento”, portatore dei citati benefici, che insieme alla “sparuta frangia” avrei osteggiato.
In una lettera aperta del 7 maggio 2009, ricordo di avere sottolineato la curiosa assenza della maggioranza in quel consiglio comunale (29 aprile) dove sarebbe stata presentata una petizione di un centinaio di cittadini che chiedeva di trattare prioritariamente l’argomento “Marina Corta” con annessi e connessi (argomento peraltro inserito su proposta dell’opposizione). Ma sottrarsi a un confronto è più comodo che affrontarlo: perché altrimenti l’amministrazione e i suoi sostenitori in consiglio non si sono presentati per chiarire la propria condizione di “parte lesa”, come stavano le cose, dove andavano cercate le responsabilità, quali sarebbero stati i tempi per una soluzione?
Nessuno mai ha imputato all’amministrazione di avere eventualmente riempito i cassoni con materiale difforme dal capitolato; è evidente, infatti, che nel caso si accerti questa circostanza la stessa, in quanto committente dei lavori, sarebbe stata vittima di una frode. Quello che però si è chiesto, in numerose lettere e in richieste di autoconvocazione sul tema, è di comprendere se il responsabile del procedimento e il direttore dei lavori avessero vigilato o meno e in maniera adeguata, per quanto di competenza e a garanzia del committente, allo scopo di evitare la presunta difformità e le conseguenze cui abbiamo assistito.
Ma il collega Finocchiaro preferisce dare il proprio contributo a un altro esercizio culturale di moda, al quale facevo riferimento già nella lettera del 7 maggio, ovvero puntare l’indice sulla “sparuta frangia” di disfattisti gongolanti, in luogo dell’assunzione di un comportamento certamente più consono a una istituzione, che si potrebbe riassumere come segue: signori, quali che siano le responsabilità – che verranno doverosamente accertate dalla magistratura – si è verificato qualche errore, la comunità è stata penalizzata, e per questo ci scusiamo.
Invece, no. A parte la “frangia”, ci sono i reperti archeologici – sacrosanti, per carità – usati però come pretesto per gongolare ancora, e poi ancora la magistratura che – purtroppo – con i suoi tempi indipendenti dalla vita reale mette a repentaglio il lavoro di tanti operatori e i finanziamenti. Qualche altro fattore avverso, o ci fermiamo qui? E una parola sull’eventuale repentaglio di un molo che, se fosse stato davvero realizzato in modo non conforme al capitolato e se nessuno avesse richiesto opportuni accertamenti, oggi sarebbe magari già stato completato, ma per durare quanto? Due esempi come Ginostra e Santa Marina sono abbastanza eloquenti per un piccolo arcipelago come il nostro.
Per questo, quando il collega dichiara che “l’amministrazione, in stretta collaborazione con sovrintendenza e capitaneria di porto, in regime di controllo severissimo della ditta incaricata […] assicura che si sta facendo di tutto perché i disagi […] non durino un giorno più del necessario”, viene spontaneo chiedersi come mai tanta solerzia e severità non siano state applicate prima.
Infine, attribuire il valore di miglioramenti e di opportunità in grado di assicurare “nuove e più avanzate frontiere culturali ed economiche a tutti gli isolani” a una messa in sicurezza che prevede l’allungamento di 60 metri di un molo mi pare, francamente, un po’ esagerato. Forse il collega Finocchiaro intravede all’orizzonte di questi lavori, tutto sommato banali, qualcosa di più grosso, di mastodontico; magari un megaporto. Non confondiamoci, però: quella è un’altra storia. Per ora, limitiamoci a gongolare assieme per la – probabile – conclusione di un’opera oggi impresentabile e indecorosa, il cui attuale stato verrà sempre associato, ne sono certo, alla memoria dell’amministrazione che il consigliere Finocchiaro ha l’ingrato compito di rappresentare.
Pietro Lo Cascio, consigliere comunale di Sinistra e Libertà
Data notizia 28/07/09 a cura di Salvatore Sarpi