L'isola delle favole questa volta c'è, non è frutto della fervida fantasia di un romanziere. I "ragazzi" che come Peter Pan non vogliono diventare adulti vivono a Filicudi, uno degli "atolli" più piccoli dell'arcipelago delle Eolie.
Sono vecchi con la barba bianca, come Vittorio Lopes, classe 1930, filicudaro doc, che dopo trent'anni di carriera passati a dirigere gli uffici postali di mezza Sicilia, è tornato sulla sua isola per fare lo scultore e sul suo biglietto da visita si definisce semplicemente "uomo libero".
O come Marina Clemente, 44 anni, una scenografa e videomaker napoletana, che undici anni fa decise di piantare il suo lavoro a Roma per trasferirsi in cima a questo scoglio dal quale domina l'azzurro mare delle Eolie. Sì, perché Marina vive in una "casa" davvero speciale: una grotta che ha saputo trasformare in un appartamento dotato di tutti i comfort (citato perfino nelle riviste di design) compresa la corrente elettrica. Un eremo che si raggiunge solo a piedi, dopo un'arrampicata di un'ora, ma dal quale riesce a mantenere i collegamenti con il resto del mondo attraverso internet e il cellulare.
"Quando sono venuta qui – spiega – i costi degli alloggi erano proibitivi, così ho deciso di acquistare il terreno dove sorgeva la grotta che pian piano è diventata il mio castello".
Di artisti che si rifugiano a Filicudi per sfuggire ai ritmi e allo stress delle metropoli ce ne sono tanti: dallo scultore milanese Francesco Pessina, che quando non espone in Italia o all'estero torna sulla "sua" isola, alla pittrice scozzese Alina Maslosky, che 25 anni fa si innamorò prima di un avvocato siciliano e poi di Filicudi abbandonando per sempre le brume di Edimburgo per i paesaggi solari delle Eolie. "Ci sono alcuni punti di quest'isola come Capo Graziano – dice Alina – che emanano un'energia particolare. È qualcosa che non si può spiegare, ma che tutti quanti noi abbiamo subito avvertito".
Una tesi condivisa da Francesco Pessina, che non a caso ha voluto donare una sua statua, la "Maga del mare", depositandola proprio sui fondali prospicienti il promontorio: "Questa è un'isola – assicura – dove abitano gnomi, folletti e altre personaggi incantati, basta saperli ascoltare". Lo scultore milanese realizza le sue opere con materiali di risulta portati dal mare: rami, pietre, conchiglie.
Una "tecnica" adottata anche da Vittorio Lopes, mentre con la stessa materia prima Marina Clemente realizza invece lampade artistiche. L' ultima sua opera, invece, è in digitale: si tratta di un film, "Il viaggio di Er", un lungometraggio che si richiama al mito di Platone e che ha come protagonisti gli abitanti dell' isola.
Un appuntamento che questo eccentrico "cenacolo" attende con impazienza è quello con la Biennale più piccola e breve del mondo. Ogni due anni, infatti, tutti gli artisti che vivono o hanno casa sull'isola espongono i loro lavori per una notte nella villa dell' architetto svizzero Jacques Basler. L'ultima edizione ha ospitato una quarantina di opere firmate da nomi fampsi di richiamo internazionale, come l'architetto Ettore Sottsass.
Filicudi si conferma dunque l'isola della cultura; il turismo di massa non è riuscito a disperdere le "energie positive" di questo luogo dove d'inverno abitano 280 persone, artisti compresi. "Un tempo eravamo tremila – ricorda Vittorio Lopes – poi le ondate migratorie, l'ultima nel dopo guerra, hanno fatto disperdere i filicudari in tutto il mondo: negli Stati Uniti, in Sud America, in Australia. Adesso sull' isola di Peter Pan siamo rimasti solo noi, i ragazzi che non vogliono crescere mai".
(di Francesco Nuccio, La Gazzetta del Sud)