Doccia fredda per la Regione Siciliana. Il commissario dello Stato, prefetto Michele Lepri, ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale alcuni articoli della manovra Finanziaria approvata dal Parlamento regionale lo scorso primo maggio. L'impugnativa del commissario dello Stato riguarda gli articoli 4, comma 11; 6; 8; 9; 16, comma 7; 21, comma 2 ultimo periodo; 36; 38; 44; 48, comma 1; 49, commi 1 secondo periodo, 3 ultimo periodo e 4;51, commi 4 e 5; 53, commi 1 e 4; 55, comma 4; 56, comma 1; 57; 58, comma 1; 59, comma 4 secondo e terzo periodo, comma 5; 60, commi 1 e 3; 61 commi 1, 2 e 4; 75; 87; 89; 104; 125, comma 1 ultimo periodo; 126; 127, comma 14. S
Secondo le motivazioni addotte dal prefetto Lepri gli articoli in discussione "contengono disposizioni che danno adito a censure di incostituzionalità".
Tra gli articoli impugnati c'è anche la norma che stabilisce che una quota indefinita dei fondi destinati ai trasferimenti annuali in favore dei Comuni, per lo svolgimento delle funzioni amministrative, resti nella disponibilità dell'assessorato regionale al fine di finanziare i ricoveri di minori extracomunitari clandestini. Una norma che il commissario dello Stato definisce "viziata da irragionevolezza intrinseca perchè non determina alcun limite alla quota di riserva".
Tra le norme della manovra Finanziaria impugnate dal commissario dello Stato per la Regione Siciliana, vi sono anche quelle che prevedono l'aumento delle tariffe della motorizzazione; le nuove tasse sulle concessioni governative; tre commi della legge sul ritorno alla gestione pubblica dell'acqua, nonchè parte di quella sul credito di imposta.
Ma non solo. Il commissario dello Stato, infatti, ha posto anche sul banco degli imputati la norma sulla tutela "dell'occupazione del personale" delle società termali di Sciacca e Acireale, motivando che essa appare "affetta da irragionevolezza oltre che lesiva del principio costituzionale del buon andamento della Pubblica Amministrazione".
Al parere della Consulta, poi, andrà anche l'articolo 44 che prevede "l'istituzione di un fondo speciale su cui confluiscono nella misura del 30%, i beni mobili ed immobili confiscati alla mafia". In questo caso il commissario dello Stato, Michele Lepri, sottolinea come "la possibilità di disporre autonomamente dei beni confiscati alla mafia non appaia avere alcun fondamento nello Statuto Speciale".