Per contrastare l'impatto negativo del regolamento Mediterraneo della Pesca che limita le possibilita' di cattura per alcune specie ittiche, il Ministero delle politiche agricole ha costituito l'Unita' di crisi che ha il compito di redigere le linee di intervento a sostegno del settore.
Il documento di base che verra' presentato domani, e' stato sottoposto all'esame della Conferenza delle Regioni, riunita oggi a Roma. Ma le proposte hanno ricevuto un giudizio negativo dalla Sicilia, una delle regioni piu' "colpite" dal regolamento entrato in vigore il 1° giugno. Per Titti Bufardeci, assessore alla pesca della Regione Siciliana, "e' una delusione che il documento redatto dall'Unita' di crisi prevede ammortizzatori sociali a favore dei marittimi, dimenticando ogni intervento per le imprese, per gli armatori che in una regione come la nostra spesso sono riuniti in cooperativa e rappresentano un sistema di microimprenditorialita' che va tutelato. Da quel che abbiamo compreso, le uniche risorse arriveranno dal dicastero del Welfare.
Sarebbe opportuno uno stanziamento ulteriore per l'ampliamento del fermo biologico". L'assessore siciliano ribadisce la contrarieta' alle prescrizioni introdotte dal nuovo regolamento: "abbiamo avviato una ricerca scientifica con il Cnr e l'Ispra perche' siamo convinti di riuscire a confutare le motivazioni che ispirano parecchie delle restrizioni imposte".