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mercoledì 7 luglio 2010

Barriere architettoniche. Lo "sdegno" di un cittadino

Riceviamo da Salvatore Agrip e pubblichiamo:
Ho visto sul vostro sito l'intervista alla Signorina Biviano: ci dobbiamo solo vergognare, questo paese vive pensando al personalismo trascinato da un egoismo aberrante.
Se i nostri amministratori riuscissero a pensare o, meglio ancora, a capire in che stato siamo ridotti, un sicuro aiuto a questo territorio lo darebbero andando a ripulire e coltivare i nostri terreni, perché una delle verità che ormai è sotto gli occhi di tutti l' ha sintetizzata, tempo addietro un mio amico dicendomi "qui a Lipari ci sono troppe braccia sottratte all'agricoltura".
Personalmente, dopo aver visto e sentito ciò, colgo l'occasione per riferire di esperienze vissute.
Mia madre, persona invalidata che con grosse difficoltà riesce a deambulare, con cadenza semestrale deve fare dei controlli necessari alla propria salute presso un presidio ospedaliero esterno, l'ultimo qualche giorno fa. Per imbarcarsi sull'aliscafo, malgrado il nostro aiuto, deve affrontare rischi e difficoltà per la propria salute nel fare quei 40-50 metri sotto il sole cocente e in mezzo a una calca umana asfissiante.
O come un mio amico che, venendo in agosto qui a Lipari in vacanza, tre anni fa ha deciso di far venire il suo socio a Canneto. Trattandosi di persona portatrice di handicap in carrozzina e volendo, giustamente, godere di un pò di sole e mare, lo si doveva prendere di peso dalla sede stradale e portarlo in acqua o sulla spiaggia. Grazie al sacrificio e agli sforzi degli amici ha potuto gustare quanto di meglio possiamo avere in estate ma, nell'andare via, ringraziandomi mi ha detto che a Lipari non poteva più venire in quanto, non essendoci una struttura idonea alle sue esigenze nella spiaggia di Canneto, arrecava troppo disturbo agli amici.
Da eoliano e cittadino di queste isole la mia amarezza è stata enorme nel sentire quelle parole, che paradossalmente si addossava del colpe non sue.
O dell'ufficio ai Servizi Sociali del comune di Lipari posto al secondo piano in un fabbricato di via Maurolico. Un giorno nell'andare li ho incontrato una anziana seduta su una delle rampe di scale e mi disse che si stava riposando perché le era particolarmente difficoltoso salire quelle scale. Quella struttura, come sappiamo, è stata ristrutturata di recente e fornita di un ascensore che sicuramente non è entrato mai in funzione. La cosa che mi ha ancora colpito è che in quelle scale non vi era neanche un corrimano per sostenersi nel salire e scendere.
Penso che molti altri potrebbero riferire di esperienze viste o vissute: Di sicuro c'è che i nostri amministratori vivono e operano convinti che fanno l'interesse della collettività, questo sta nelle loro parole basta leggere i recenti comunicati stampa divulgati.
POVERA LIPARI!!!
Salvatore Agrip