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lunedì 5 luglio 2010

LIPARI: COMUNE A PORTE CHIUSE...IN QUALCHE CASO ANCHE CON CATENE. (di Aldo Natoli)

(Aldo Natoli) Il palazzo comunale normalmente è la “casa dei cittadini”. Ma per l’attuale Amministrazione Comunale è divenuta la “casa degli impiegati”, con i risultati e le proteste dei cittadini che ogni giorno si registrano, anche nei notiziari online. Gli uffici comunali attualmente sono dislocati in ben cinque sedi diverse. Ogni Servizio, anche all’interno della stesso stabile, attua orari di ricevimento diversi. Alcuni uffici addirittura non espletano il ricevimento pomeridiano previsto per consentire di applicare la settimana corta. Spesso durante le poche ore di ricevimento vengono indette riunioni, colloqui, e programmati accertamenti vari. Le porte dei vari Servizi vengono tenute chiuse, mentre le porte degli uffici pubblici dovrebbero essere tenute sempre aperte. Recentemente sono stati addirittura collocati dei citofoni nelle varie porte d’ingresso.
Insomma da “casa del popolo” a “casa privata”. Ma come se non bastasse oltre ai citofoni sono arrivate le “catene”. La foto ci mostra quest’ultima trovata.
Spero che l’amico Gilormino Casali non faccia più riferimento al “muro di Berlino” per evitare che in qualche Dirigente o Funzionario possa maturare l’idea di costruire un muro nei vari ingressi. Insomma per noi “cittadini contribuenti” le porte del Comune invece di spalancarsi si chiudono sempre di più. A tutto ciò bisogna aggiungere che normalmente i telefoni non funzionano, o non rispondono (Esiste un centralinista? Esiste una ditta che provvede all’istallazione e manutenzione dei telefoni? E quanto percepisce?), e che l’Ufficio Protocollo, che funzionava alla perfezione, è costretto ad evadere la corrispondenza con oltre un mese di ritardo.
Ma dinanzi a tutto quanto evidenziato, che è sotto gli occhi di tutti, l’Amministrazione Comunale “non vede, non parla e non sente”.