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giovedì 11 novembre 2010

Portualità di Lipari. Il dott. La Greca (PD) scrive al sottosegretario Reina

All’on.le Sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti
Giuseppe Maria Reina



Oggetto: Portualità isola di Lipari
On.le Sottosegretario,
ho letto ed ascoltato con estremo interesse La Sua intervista nell’occasione della recente visita a Lipari, soprattutto nella parte in cui parla della nuova portualità della nostra isola. Lei ha evidenziato che “non è più pensabile realizzare opere pubbliche di grande entità senza l'ausilio dei privati perché non ci sono risorse bastevoli”. “Ma la politica – ha proseguito – deve vigilare perché le opere vengano fatte nell'interesse collettivo. Quanto si deve realizzare deve venir fuori dalla discussione e dal confronto nell'interesse dei cittadini”.
Da subito, quale cittadino residente, già amministratore del Comune di Lipari (ho realizzato io il Piano delle spiagge con annesse previsioni per la collocazione dei pontili galleggianti) e già segretario dei DS, ho puntualizzato che noi eoliani vogliamo i porti, ma non come proposto ad oggi dall’amministrazione Bruno. “Porti sì, ma non così”.
Lei converrà con me che qualsiasi opera pubblica ed a maggior ragione per la realizzazione di ben tre nuovi porti, e sottolineo tre nuovi porti, è necessario che si osservino le leggi della regione Siciliana e della Repubblica Italiana; come Lei ha espressamente dichiarato (…) Quanto si deve realizzare deve venir fuori dalla discussione e dal confronto nell'interesse dei cittadini”. Discussione e confronto che non è avvenuto e non per responsabilità di chi si oppone ma totalmente a carico del primo cittadino del nostro comune.
Sin dal primo momento ho espresso chiaramente al signor sindaco di Lipari una serie di valutazioni su quello che doveva essere, a mio parere, il corretto percorso per risolvere la complessa ed annosa problematica dei porti nelle nostre isole e soprattutto per Lipari.
Progettualità della “Lipari Porti S.p.A.” e Piano Regolatore dei Porti
La L.R. 29 aprile 1985 n. 21 “Norme per l’esecuzione dei lavori pubblici in Sicilia. all'art. 30, II comma, (Piano Regolatore dei Porti) prevede che i piani regolatori dei porti regionali sono approvati con decreto dell'assessore regionale al territorio e l'ambiente, su proposta del Consiglio Comunale. I piani regolatori dei porti sono redatti secondo le "Linee guida per la redazione dei piani regolatori portuali" emanate nel 2004 dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.”
Ad oggi, nonostante un incarico ormai decennale, e le centinaia di sollecitazioni provenienti da tutte le parti politiche presenti nell’arcipelago eoliano, l'amministrazione Comunale non ha completato l'iter di approvazione del Piano regolatore dei Porti e consegnare le direttive al Consiglio Comunale per le approvazioni relative. A mio modesto parere soltanto il Piano regolatore dei Porti è in grado di assicurare che le opere, come Lei afferma, (…) vengano fatte nell'interesse collettivo.”
Progettuali della “Lipari Porti S.p.A.” e Piano Territoriale Paesistico delle Isole Eolie
Ferme restando le considerazioni di cui sopra ad oggi non sappiamo se la progettualità della Lipari Porti S.p.A., rispetta le indicazioni dettate dal Piano Territoriale Paesistico delle Isole Eolie, strumento urbanistico a cui tutti i cittadini residenti debbono sottostare, sia per un semplice ampliamento edilizia sia per la realizzazione di investimenti in grado di creare nuova occupazione, come alberghi, strutture a servizio della nautica, ecc. ecc..
Il P.T.P., prevede due articoli in merito alla portualità l’art. 44, “Opere Marittimi costiere e portuali”, e l’art. 45 per la portualità dell’isola di Lipari.
L'articolo 45, detta norme ben precise:
Il problema, con particolare riferimento al sistema portuale di Lipari, non può essere affrontato a livello di semplici attrezzature portuali, di opere a mare e singole infrastrutture. Infatti l'indotto urbanistico della portualità è rilevantissimo in fatto di viabilità, servizi, parcheggi di scambio, parcheggi di sosta, rimessaggi, ricettività a rotazione d'uso, servizi di vendita specifici e generali, capitaneria di porto, rifornimento di carburanti a mare e a terra connessi agli attracchi, modificazione del tessuto urbano a monte ai fini della permeabilità verso il mare e delle destinazioni d'uso e di nuove coerenti destinazioni d'uso.
Inoltre le zone di attracco, così come le parti esposte alla vista delle rotte interisole, richiedono speciali attenzioni paesistiche in relazione al livello mondiale del loro interesse culturale.
Il Piano territoriale paesistico prescrive ai fini dell'esame per nulla osta di compatibilità paesistica:
1) un piano esecutivo che includa e metta in sistema tra loro le attrezzature portuali a mare e quelle a terra relativamente a tutto il vasto entroterra implicato nell'organizzazione del nuovo sistema portuale e dei suoi sviluppi in corso di definizione;
2) un piano dei porti conforme a detto piano urbanistico esecutivo.
Come si può leggere anche il P.T.P., rinvia esplicitamente al Piano regolatore dei porti. Il Piano dei Porti del Comune di Lipari, quindi, deve essere conforme non solo al PRG ma addirittura ad un Piano Urbanistico esecutivo PUE, specifico per l'area portuale.
Lei, nel ruolo che ricopre, comprenderà chiaramente che non è praticabile una qualsiasi ipotesi che preveda di approvare un sistema portuale che investe ben quattro strutture portuali e l'intera baia dell'isola di Lipari, senza predisporre il Piano regolatore dei Porti, conformandosi alle prescrizione del PTP e del PRG. Appare evidente che, nel predisporre il PRP, l'intera impostazione del waterfront urbano e l'uso degli specchi acquei protetti, ferme restando le esigenze di carattere operativo e gestionali, devono integrarsi armoniosamente con il PRG adottato dal Comune di Lipari.
Entriamo adesso nel merito delle Opere, soprattutto in merito a quelle per le quali il mio personale giudizio è assolutamente contrario.
L’area di Marina Corta è già stata oggetto di un intervento notevole quale quello della “Messa in Sicurezza” e ritengo che nell’area si debba soltanto prevedere delle opere di arredo urbano per abbellire la piazza senza intaccare ulteriormente il “water front”. Le ricordo che l'art. 9 della Costituzione ha eretto la tutela del paesaggio a valore primario dell'ordinamento, impegnando cosi tutte le istituzioni a concorrere alla tutela e alla promozione dei valori estetico-ambientali, con la conseguenza che la tutela del paesaggio non richiede alcuna comparazione con l'interesse del privato e prevale su una eventuale vocazione urbanistica del territorio (T.A.R. Bolzano, II sez., 6 maggio 1996, n. 115).
Lo stesso ragionamento è applicabile all’area di Marina Lunga, oggetto, qualche anno fa, di lavori relativi all'arredo urbano per una passeggiata vista mare, inoltre nella baia, come ha potuto facilmente osservare dalla banchina degli aliscafi, insistono 4 pontili galleggianti che, di anno in anno, garantiscono l'ormeggio estivo e l'erogazione di una serie di servizi, garantendo reddito a numerose famiglie eoliane, lo stesso dicasi delle attività economiche che sono via via sorte nel lungomare e che saranno cancellate da una struttura commerciale ex novo che verrà realizzata all’interno della nuova portualità. L’esperienza positiva dei pontili galleggianti doveva suggerire ben altri interventi, limitando le opere a mare per la messa in sicurezza delle abitazioni, con interventi a basso impatto ambientale ed in grado di ricreare la spiaggia vero ammortizzatore naturale a protezione delle abitazioni. Consentire ai gestori dei pontili galleggianti di approntare una serie di opere per la messa in sicurezza dei pontili. Niente di tutto questo.
Arriviamo, infine, al Porto di Sottomonastero. Da anni i consiglieri comunali, i comandanti delle navi e degli aliscafi, gli operatori del Porto, chiedono di poter affrontare collegialmente la discussione sulla “messa in sicurezza”, questa fatta con soldi pubblici, denaro nostro e non di privati, come qualcuno vuol far credere, ma che rischiamo di essere l’ennesima cattedrale nel deserto. Un’opera inutile e che finirà che danneggiare irrimediabilmente la nostra portualità commerciale.
Tutti gli eoliani vogliono i porti, porti funzionali, utili alla nostra comunità, che scaturiscano da un dibattito ampio e trasparente, senza imposizioni verticistiche, porti che diventino risorsa economica di tutti gli operatori commerciali eoliani e non risorsa economica in mano di pochi.
Sono favorevole alla riorganizzazione di Sottomonastero e Pignataro; sono contrario alle previsioni per Marina Corta e Marina Lunga e ritengo che vadano totalmente riviste. Tuttavia ritengo che il consiglio comunale sia pronto a ridiscutere l'intera problematica stabilendo delle precise direttive e priorità sui progetti che vedono la nostra comunità sostanzialmente d’accordo in modo da poterli approvare con un'ampia maggioranza o anche all'unanimità. Personalmente ritengo che la priorità principale, la più urgente, sia quella che riguarda la realizzazione delle opere per l’approdo di Sottomonastero. Ulteriore priorità è quella del Porto Pignataro. Soltanto dopo l’entrata a regime del Porto di Pignataro, il consiglio Comunale e la comunità eoliana, potranno confrontarsi con la realizzazione di eventuali ulteriori opere portuali indirizzate alla nautica da diporto, specificatamente per Marina Corta e Marina Lunga.
Mi auguro di essere stato chiaro sulla complessa questione ed attendo una Sua eventuale gradita risposta.
Giuseppe La Greca
Componente direttivo PD Lipari

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