Mi batterò e sarò a fianco di chiunque vorrà portare avanti questa ingiustizia morale e Costituzionale, affinché si possa continuare ad avere il diritto di nascere a Lipari, in sicurezza e tranquillità, e non trasformare un momento felice, come quello della nascita, in mesi preparatori di tormento e d’angoscia per le famiglie.
Negare il desiderio ai genitori di mettere al mondo un figlio laddove ci sono le proprie radici e quelle di tantissime proprie generazioni è di un’ingiustizia inqualificabile e non tollerabile.
Alle nuove generazioni si vuol far perdere anche l’amore per la propria terra e le proprie radici.
Non posso accettare , in silenzio, che anche il mio secondo nipote (in arrivo) non nasca ed apra gli occhi, per la prima volta, in questa meravigliosa isola.
Non me lo perdonerei mai.
Dico a chi ha a cuore questa grave situazione, non restiamo in silenzio, continuiamo a far sentire la nostra “voce libera” anche quando può sembrare che gli appelli lanciati restano inascoltati come quello che ho inviato, sulla questione, il 22 marzo 2010 al Signor Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano e che, qui di seguito, desidero riproporre.
Saverio Merlino
Al Signor Presidente della Repubblica Italiana
On. Giorgio Napolitano
Caro e stimatissimo Signor Presidente,
In questi giorni si è conosciuto il Piano Regionale di Rimodulazione della Sanità nella Regione Sicilia e per le Eolie è stato un colpo durissimo.
Il Decreto di Rimodulazione della Rete Ospedaliera e riordino della Rete Territoriale siciliana, approvato in questi giorni e prossimo alla pubblicazione sulla GURS, di fatto, smantella l’ospedale di Lipari e viola palesemente, a mio avviso, anche l’art. 32 della Costituzione Italiana che sancisce il diritto alla salute come diritto dell'individuo e interesse della collettività.
L’Ospedale di Lipari oggi accoglie circa venticinque ricoverati al giorno, nella stagione invernale, quando è assente il turismo. Con questo scellerato Piano di Riordino avrà solo 14 posti letto per la degenza ordinaria, in pratica per il solo pronto soccorso e limitati ai casi acuti da ricoverare al massimo per 72 ore e poi smistare alle varie unità operative fuori da Lipari.
Altri 12 posti sono previsti parte in day ospital e parte in day service.
Aboliti medicina interna, medicina generale e il reparto pediatria per cui il ricovero urgente di un bambino avverrà al pronto soccorso a fianco magari ad un anziano morente o ad un infortunato in preda ai dolori.
Certo si provvederà con gli elicotteri che trasferiranno sulla Terra ferma, all’occorrenza, i pazienti ricoverati, le madri che devono partorire, le vittime d’incidenti, i colpiti da infarto o da altre malattie improvvise.
E i dializzati?
Ma soprattutto quanto verrà a costare alle famiglie dovere seguire a Messina o Milazzo o Patti i loro congiunti con la difficoltà di rientrare a casa, fra l’altro, a causa del peggiorare dei servizi di trasporto marittimo e per i problemi riguardanti le condizioni meteo marine?
Si colpiscono i più deboli, persone che già vivono il disagio dell’insularità, che hanno il diritto di essere assistite a casa loro, di non dover lasciare le proprie famiglie, di non essere abbandonate a causa d’inefficienza, negligenza o peggio ancora per far quadrare, sulle loro spalle, i bilanci delle Regioni da molto tempo in dissesto sicuramente non per colpa dell’ospedale di Lipari e dell’assistenza sanitaria, nel tempo, offerta agli eoliani.
Lipari, Signor Presidente, è stata sede di un ospedale fin dal XII secolo grazie ai monaci benedettini; addirittura nei secoli “bui” del settecento e dell’ottocento ebbe due ospedali: il San Bartolomeo e l’Annunziata.
Sono dovuti arrivare gli “anni dello sviluppo” e del turismo per ritrovarsi privati di quest’importantissimo presidio della salute.
Mi rivolgo a Lei, signor Presidente, perché conosco la sua sensibilità per i problemi della gente e perché conosce bene le Eolie.
Mi rivolgo a Lei perché si faccia ambasciatore di questa grave preoccupazione che grava su tutti i cittadini delle nostre isole.
Queste isole negli anni 50 avevano creduto d’essere finalmente uscite dal medioevo, purtroppo le vicende di questi ultimi tempi a cominciare dalla difesa della salute e dal diritto alla continuità territoriale ci dicono che dobbiamo temere che il medioevo stia tornando.
Con i sensi più profondi della mia stima.
Saverio Merlino
Segretario del Partito Democratico di Lipari
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