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giovedì 2 dicembre 2010

Dialisi di Lipari. e macchinari che non funzionano. Parte la denuncia

Questo la lettera denuncia che Marcello Tedros e Angelo Ficarra del Tribunale dei diritti del Malato/ CittadinanzAttiva hanno inoltrato sul reparto dialisi di Lipari:
La nostra Associazione ha accolto la denuncia sottoscritta dal Sig. Basile Andrea. Il Basile nato a Lipari (ME) il 28.03.1935 ivi residente in Via Dante Alighieri 3, in dialisi da circa trenta anni, all’inizio presso altri P.O. della provincia, in quanto ancora non esistente tale specialità presso il nostro P.O., e dopo, anche grazie alle sue pressioni da cittadino, istituita anche a Lipari, finalmente il Basile cessava di essere un paziente pendolare. Finalmente ci si poteva curare nel proprio paese (lui pensava), ma qui accade l’impensabile, dopo molti anni si sa i macchinari iniziano a difettare, anche perché purtroppo i dializzati negli anni aumentano, e ogni tre per quattro necessitano di manutenzione e a pagarne le conseguenze sono stati naturalmente i pazienti fra cui il Basile. Dopo lamentele ed alterchi (comprensibilmente motivati) finalmente vengono inviati al P.O. di Lipari nuovi macchinari per la dialisi, che nel frattempo vengono collocati negli scantinati (ci riferiscono). I pazienti finalmente soddisfatti, attendono con impazienza che i vecchi macchinari vengano sostituiti con i nuovi, ma non avviene, sta di fatto che detti macchinari tra un rinvio e alcune spiegazioni faziose, giacciono da circa sedici mesi nel loro alloggio.
A questo punto il Sig.Basile dopo essersi rivolto al responsabile del reparto Dr. Scirè, si sente rispondere che: “questi nuovi macchinari necessitano di tecnici specializzati per il montaggio, e noi in Ospedale non né abbiamo, ragione per cui dobbiamo aspettare che li inviino ” con i disagi di cui sopra, a quel punto il nostro Sig. Basile si rivolge direttamente al Primario del reparto Dr. Ricciardi (pare di servizio presso l’Ospedale di Milazzo), ma anche questo tentativo dopo innumerevoli promesse finisce con un nulla di fatto. Finalmente un bel giorno pare che giungano i preziosissimi tecnici, i quali montano detti macchinari, ma non li mettono in funzione, alla richiesta di spiegazioni del Basile, gli viene risposto che: “ai macchinari mancano dei moduli, che quando arriveranno potranno essere istallati e quindi le macchine messe in funzione”. Il Basile và su tutte le furie ricontatta il Dr. Riciardi, il quale per l’ennesima volta dà le sue assicurazioni che al più presto tutto si sistemerà (altra presa in giro per il povero Basile). Noi personalmente non capiamo questo stato di cose ma diamo al Sig. Basile certezza che indagheremo, per appurare realmente come stanno le cose.
Non è finita, ci riferisce il Basile che lo stesso macchinario che viene usato per il paziente con epatite C, viene usato anche per quello affetto da epatite B con le conseguenze che lasciamo immaginare (la stanza per l’epatite B è adibita a deposito). Perché il paziente dializzato deve aspettare circa quaranta giorni per avere i risultati delle proprie analisi, perché lo stesso paziente non può venire in possesso della propria cartella clinica che puntualmente gli viene negata, perchè l’automobile adibita al trasporto dei dializzati, una Fiat mod. Panda, a volte trasporta anche tre dializzati alla volta (non sappiamo se ciò è consentito). E per concludere (si fa per dire) apprendiamo che per i dializzati, quindi soggetti ad alto rischio, non esiste l’urgenza per gli esami di rito ( Ecg, Dopler ecc.) ma devono come qualsiasi utente passare la richiesta attraverso il numero Verde, con i tempi che tutti noi conosciamo. Preg.mi Signori noi crediamo di avere toccato il fondo, ci piacerebbe vedere qualcuno degli attori di questa Odissea alle prese con tale vergognosa realtà per un suo parente o caro, il guaio e che non ci immedesimiamo abbastanza nei panni di chi suo malgrado e costretto a portare la Croce. Abbiamo dato certezze al Sig. Basile dietro la sua denuncia ufficiale alla nostra Associazione ed al “Tribunale dei Diritti del Malato” di fare piena luce su questa squallida e disumana vicenda, non degna di un paese che si definisce civile. Ci riserviamo di fare eventuali segnalazioni alla “Procura della Corte dei Conti” per verificare possibili danni erariali. Auspichiamo che ogni responsabile, dal Sig. Direttore Generale, a coloro che operano presso il P.O. di Lipari si attivino nell’immediatezza in modo tale che questo stato di cose venga a cessare.

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