Il sistema dei ticket di accesso alle isole del Comune di Lipari e ai vulcani attivi dell’arcipelago garantisce cospicui introiti (quest’anno si parla di 450.000 euro), che vengono gestiti e “reinvestiti” dal commissario delegato “per l’emergenza” – nonché sindaco di Lipari – Dr. Mariano Bruno. Dopo anni di regime di emergenza, dovremmo ormai disporre di servizi di vario tipo rivolti a quel turismo il cui “massiccio afflusso” – come recita il decreto ministeriale che lo ha istituito – genera evidenti difficoltà (sic!) e motiva il suo stesso perdurare: confortevoli gabinetti pubblici, depositi per bagagli, accoglienti pensiline nelle stazioni marittime, sentieri agevolmente percorribili, servizi aggiuntivi stagionali di raccolta e smaltimento degli R.S.U., eccetera. La notizia apparsa ieri sui giornali on-line locali desta tuttavia un certo stupore: tra gli interventi previsti quest’anno con uno stanziamento complessivo di 130.000 euro figurano una “sistemazione del sentiero di accesso al cratere di Vulcano”, per una somma di 25.000 euro, e “l’apposizione della cartellonistica di accesso” allo stesso cratere, per la non trascurabile cifra di 75.000 euro.
Come si decide di destinare una cifra di 75.000 euro alla cartellonistica, a fronte di soli 25.000 stanziati per la manutenzione dell’accesso stesso? Non conosco – se ne esiste uno – il progetto, ma devo dedurre che si tratta di un’iniziativa epocale, destinata a lasciare un segno imperituro sul cratere e nelle sue immediate adiacenze: ipotizzando infatti un costo di 1.000 euro a cartello, ed esagero volutamente, otterremmo 75 cartelli; se questi fossero disposti lungo il sentiero, i visitatori avrebbero serie difficoltà a intravedere il paesaggio circostante, consolati però dal privilegio unico di attraversare l’area con maggiore densità cartellonistica al mondo. Se, invece, venissero disposti qua e là, nel paese, si risolverebbe il grave problema dei turisti dispersi mentre cercano di accedere al cratere, che – come è noto – è assolutamente invisibile all’orizzonte. Magari si prevede una loro collocazione anche in altre isole, un po’ come quei cartelli americani o australiani che – in pieno deserto – indicano la direzione di “Roma, 6.000 km”, o di “Paris, 12.000 km”; in questo caso, troveremo nel porto di Alicudi un “Vulcano – accesso al cratere, 40 miglia nautiche”… è facile immaginare la soddisfazione di turisti e residenti, opportunamente informati di questa nuova possibilità. Può darsi che invece siano 75 cartelli didattici; in effetti, in 75 cartelli si potrebbe scrivere una storia riassuntiva della Terra e del sistema solare, partendo dal Big Bang, fino ad arrivare a qualche dettaglio sul cratere che – dopo una faticosa lettura – si vuole visitare. Insomma, chi ha immaginato di destinare una risorsa economica così imponente alla cartellonistica, darà sicuramente prova di una fantasia straordinaria; non resta che attendere, e stupirci.
Peccato che le decine di migliaia di visitatori del cratere continueranno anche l’anno prossimo a raggiungere l’accesso al sentiero percorrendo la strada, in parte provinciale, in parte comunale, dove non esiste un marciapiede, e nemmeno un cordolo di sicurezza, sfiorati da automobilisti più o meno attenti e spesso spazientiti, perché è fastidioso dovere dribblare gruppi di escursionisti ignari di essere su una delle principali arterie carrabili dell’isola.
Peccato che si possa soltanto sorridere, perché sulle scelte di un commissario in regime di “emergenza” non si può opinare; queste passano sulle teste di un consiglio comunale, non vengono rendicontate nel bilancio dell’ente, non sono soggette a nessuna valutazione da parte di organi locali… c’è l’emergenza (quale? mi sfugge…): dunque si decide e si stanziano soldi arbitrariamente, in piena, solitaria e autocratica autonomia. Bertolaso docet.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà
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