La notizia dell’imminente avvio dei lavori per la “messa in sicurezza” della banchina di Filicudi Porto rivela, ancora una volta, quanta accortezza abbia la giunta comunale di Lipari nel tutelare esigenze basilari e primarie delle comunità che amministra. Realizzare dei lavori portuali nel pieno dell’estate significa, inevitabilmente, voler penalizzare una realtà economica strettamente connessa al suo scalo principale, e infierire deliberatamente sulla qualità della vita di una località turistica che beneficia di presenze concentrate – pressoché esclusivamente – nel breve periodo compreso tra luglio e agosto; Filicudi ha infatti una “stagione” meno estesa di altre isole, come Lipari o Vulcano, dove l’affluenza turistica è più costante e meglio distribuita, ed è inutile sottolineare come questo disagio si verifichi in un momento di generale difficoltà delle nostre isole. Ma c’è di più. L’utilizzo dello scalo alternativo di Pecorini Mare è destinato a generare situazioni paradossali: la strada che collega la frazione al resto dell’isola, già stretta e inadatta a un traffico intenso in doppio senso di circolazione, versa in condizioni penose; l’area adiacente alla banchina non dispone – a differenza di Filicudi Porto – di spazi minimi per garantire la manovra di mezzi di media o grande dimensione, ragione per la quale all’arrivo della nave di turno si verificheranno congestionamenti di traffico assolutamente ingestibili; infine, mancano i locali idonei a ospitare temporaneamente le biglietterie, che non possono improvvisare all’aria aperta collegamenti telefonici o alloggiare computer per il loro normale funzionamento, e dunque le stesse rimarranno dove sono attualmente, costringendo i viaggiatori a spostamenti degni di una transumanza – in auto o con mezzi di fortuna, perché mancano i mezzi pubblici e non si è ritenuto necessario predisporre una navetta di collegamento tra il Porto e lo scalo alternativo. Tutto questo viene giustificato dalla necessità di avviare subito i lavori per non perdere i “soldi”. Questa motivazione, però, diventa accettabile e condivisibile se espressa da un’amministrazione che non è in grado di pianificare e gestire lo svolgimento di un’opera pubblica, lavori che – è opportuno ramentare – non sono stati progettati ieri, ma presentati alla comunità ormai più di quattro anni fa. In un paese normale, la tempistica di quest’opera avrebbe previsto questi problemi, senza trasformarli in una punizione estiva e in una mazzata all’economia e alla qualità della vita di un’isola. Se l’amministrazione comunale di Lipari è in grado di percepire le gravi difficoltà che si prospettano per Filicudi, provveda con urgenza a limitare i danni, utilizzando gli strumenti che la legge le assegna e che normalmente impediscono lo svolgimento di lavori edili e affini durante la stagione estiva, rimandando alla fine di agosto l’avvio della “messa in sicurezza”. Altrimenti, chieda scusa per la propria incapacità e tragga le dovute conclusioni.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà
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