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lunedì 6 giugno 2011

Regione. Lapidario Lombardo "La maggioranza non cambia"

"La maggioranza non cambia". Lapidario, con questa battuta, il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha tagliato corto sulle voci che da qualche giorno si rincorrono per i corridoi dei palazzi della politica in merito ad un suo possibile riavvicinamento al Pdl, alla luce del suo recente incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "La nostra collocazione e alleanza – ha, quindi, ribadito – è nel Terzo Polo e c'è un rapporto, forte, privilegiato e fondamentale con il Partito democratico. Fino a quando queste condizioni permangono – ha concluso Lombardo - si andrà avanti. In caso contrario restituiamo agli elettori il diritto di scegliersi chi li deve rappresentare. Il popolo è sovrano". La presa di posizione di Lombardo si è resa necessaria dopo che alcune fonti d'informazione davano per scontate trattative in corso, favorite dal neosegretario del Pdl Angelino Alfano, per un recupero dell'intero Terzo Polo e del Mpa alla causa del centrodestra. E, in tal senso, si era già arrivati ad ipotizzare la sostituzione del co-coordinatore regionale Giuseppe Castglione, fra i più irriducibili avversari di Raffaele Lombardo, con il deputato azzurro palermitano Dore Misuraca che in un passato abbastanza recente ha a lungo collaborato con il presidente della Regione. Ma Alfano, oltre a tentare di riportare il Terzo Polo nell'area del centrodestra, ha un'altra grossa grana, tutta palermitana, da risolvere. A Palermo, infatti, è già partita la corsa alla successione al sindaco Diego Cammarata che, però, è condizionata anche dalla scelta del candidato del Pdl alla successione a Lombardo alla presidenza della Regione. L'attuale presidente dell'Ars Francesco Cascio, che da tempo si prepara a fare il gran santo da Palazzo dei Normanni a Palazzo d'Orleans, infatti, ha fatto sapere che, nel caso in cui dovesse cedere il passo a Gianfranco Micciché di Forza del Sud, non disdegnerebbe la carica di sindaco di Palermo, carica per la quale, già, da tempo si davano in corsa anche il deputato dell'Ars Francesco Scoma, molto vicino ad Alfano e al presidente del Senato Renato Schifani, i senatori Carlo Vizzini e Simona Vicari, nonché il rettore dell'Università Roberto Lagalla, approdato cinque anni or sono nel mondo della politica nella qualità di assessore alla Sanità del governo Cuffaro. La scelta del candidato sindaco, ha però fatto sapere Angelino Alfano, non calerà dall'alto, ma attraverso le primarie. Il che ha indotto la senatrice Vicari che, sindaco Leoluca Orlando, ha ricoperto la carica di assessore nel comune di Palermo e che per dieci anni ha ricoperto la carica di sindaco di Cefalù, a dichiarare: "Le prime svolte nella linea del nuovo segretario nazionale Angelino Alfano, si evincono con il lancio delle primarie, sistema che incoraggia e che interpreta il senso e la volontà della nostra base elettorale a individuare la classe dirigente del partito". "E' naturale che tale dibattito – ha poi spiegato – a giusta ragione, sia entrato anche nella scelta per la futura candidatura per il sindaco di Palermo". "Tengo a chiarire sin da ora – ha aggiunto – che non mi sono mai candidata a sindaco e smentisco categoricamente le voci di certa stampa che parlano del mio interesse alla sindacatura, peraltro mai ufficializzata". Anche il senatore Vizzini, che già si era proposto per sindaco di Palermo alle passate elezioni comunali, interebbe mantenere il proprio ruolo a Palazzo Madama, dove presiede la commissione Affari istituzionali. L'attenzione del mondo politico siciliano è ora rivolta ai ballottaggi di domenica prossima, quando si dovranno scegliere i sindaci di Canicattì e Favara (Ag), Ramacca (Ct), Capo d'Orlando e Patti (Me), Bagheria e Terrasini (Pa), Vittoria (Rg), Lentini e Noto (Sr) e Campobello di Mazara (Tp). Domenica, però, si voterà in tutti i comuni anche per i referendum sulla pubblicizzazione della gestione dell'acqua, sulla costruzione di nuove centrali nucleari e sul legittimo impedimento. La battaglia vera è per il quorum. Motivo per cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Micciché, dal suo blog ha rivolto un appello al mondo della politica affinché "si impegni a illustrare e spiegare i quesiti, così da mettere il cittadino in condizione di discernere oppure se astenersi: in fondo anche quella è una forma parimenti legittima e rispettabile di manifestazione di volontà". "Pertanto guai a politicizzarlo, a farne un muro divisorio tra buoni e cattivi o, peggio ancora, a trasformarlo in occasione di marketing elettorale". E annuncia di essere per l'acqua pubblica, mentre reputa inutili gli altri quesiti".

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