Angelo Natoli
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lunedì 17 settembre 2012
Quando richiamiamo l'attenzione del mondo esterno sulle nostre tragedie, stiamo sempre ben attenti a non proporre farse (di Angelo Natoli)
Siccome siamo imparentati con i
Greci, esprimerci attraverso la tragedia ci riesce molto naturale. Sabato ha
piovuto più del solito e qualche torrente ha restituito quello che nel tempo
impropriamente gli era stato regalato. Lo ha restituito senza stare a guardare
chi fosse il legittimo proprietario di tutto quel materiale che aveva ricevuto
in dono, così lo ha distribuito casualmente. Ognuno ha dovuto spalare il suo
fango, qualcuno lamenta qualche danno: delle auto parcheggiate sul letto di un
torrente, un autobus che un torrente lo voleva attraversare. Poi una inattesa
lavatrice che naviga lungo via Roma come un salmone che cerca il mare. Che ci
faceva una lavatrice a monte del torrente Ponte? Ci lamentiamo perché i
torrenti sono diventate strade, ci lamentavamo perché i torrenti non venivano
trasformate in strade. In qualche ufficio comunale saranno sicuramente ancora
conservate le petizioni di chi voleva la copertura di torrente Ponte anziché
Valle. Qualcuno obbietterà che sono state costruite male, oppure che la
manutenzione non viene svolta regolarmente. Può darsi. Intanto però le grate di
scolo dell'acqua che attraversavano il torrente Cappuccini sono state coperte
perché col transito delle auto facevano rumore: disturbavano perché erano
aperte, adesso disturbano perché sono chiuse. I tombini lungo le strade sono
sempre intasati e non si riesce mai a capire da chi. Adesso s'invoca la natura,
si biasima l'abusivismo, si accusa la modernità. La natura fa il suo mestiere,
cerca di mantenere ogni cosa secondo il suo ordine, anche se a noi non piace.
Se è il caso ci avverte che quell'ordine è anche il nostro e dovremmo
rispettarlo, pena finire sepolti sotto ogni specie di fango. L'abusivismo è una
piaga che stavolta non c'entra niente. Semmai c'entrano l'incapacità o la non
volontà di formulare piani di sviluppo urbanistico civili e compatibili con la
natura dell'isola. Tutte le case ed i complessi costruiti in prossimità dei
torrenti sono più che lecite. Se si autorizza la costruzione di complessi
edilizi bisogna poi dotare quelle abitazioni di servizi, a cominciare dalle
strade, quindi la copertura dei torrenti. Tutto ha un prezzo e sembra diffusa
l'illusione che il costo non ricada su ciascuno di noi, la lezione di sabato
dovrebbe chiarire meglio la situazione. Se non sarà così vorrà dire che abbiamo
perso un'altra occasione. In tutto questo c'è un grande aspetto positivo: il
modo in cui il problema è stato affrontato e risolto. In meno di dodici ore il
fango è stato portato via, le strade quasi tutte liberate e pulite. Sono
intervenuti tutti quelli che potevano, con uno spirito solidale che fa sperare
ancora in una presa di coscienza collettiva. In una comunità come la nostra,
più che in qualsiasi altra comunità, ciò che consente di superare crisi di ogni
tipo, di salvaguardare patrimoni ambientali e culturali, ma anche economici è
la capacità di alimentare un'anima collettiva, di vivere come comunità solidale
e non come una molteplicità d'individui che pensano solo agli affari loro. Se
non sarà così ci sarà sempre qualcuno che si sbarazzerà delle sue cose
intasando torrenti, otturando tombini e ammorbando l'aria con la sua avidità.
La teatralità che c'è in molti di noi e che ha finito per alluvionare i
notiziari online ed i siti d'informazione ha voluto trasformare il caso in una
catastrofe con accostamenti insopportabili a ben altre tragedie. La nostra
grecità dovrebbe metterci in guardia dal pericolo di trasformare la tragedia in
farsa: c'è un eroe solitario e tragico che si sacrifica per il bene comune, per
valori assoluti, perché il mondo sia migliore; e questa è la tragedia. C'è poi
l'opposto, l'individuo solitario, avidamente attaccato ai suoi interessi,
insensibile a quanto gli avviene intorno, incapace di entrare in relazione col
mondo se non attraverso equivoci e malintesi che lo mettono in ridicolo; e
questa è la farsa. Quando richiamiamo l'attenzione del mondo esterno sulle
nostre tragedie, stiamo sempre ben attenti a non proporre farse.
Angelo Natoli
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