Domani è Natale. Un Natale in tempo di
crisi dove la gran parte delle famiglie ha poco da spendere e non può
permettersi nemmeno un cenone in famiglia. Un Natale con meno luci ma non per
questo con meno speranza. Il banco alimentare organizzato dalla Caritas è stato
un successo e tante famiglie, forse più di cinquanta hanno potuto attingere
alle provviste raccolte nei supermercati dalla generosità di chi faceva la sua
spesa. Le chiese si sono riempite in questi giorni per la novena e forse non è
stata la solita novena. La parrocchia di S.Pietro ha dato il via con una
riflessione sull’incarnazione di Gesù nella chiesetta del Pozzo e poi tutte le
sere nella chiesa più grande c’è stato il coro dei giovani che ha cantato “Tu
scendi dalle stelle” ed altri canti natalizi, c’è stata l’omelia di mons.
Gaetano Sardella che, con parole semplici, sa trasferire il messaggio del
Vangelo nella vita di tutti i giorni o forse sarebbe più giusto dire che se
scorgere nella vita di tutti i giorni i segni i segni del Vangelo. C’è stato,
novità di quest’anno, il cantautore Giovanni Ullu che alla fine della Messa,
con la sua chitarra ci ha mostrato come la poesia della fede si fa canzone:
fate questo in memoria di me, misericordia voglio non sacrifici, i grani del
rosario… E poi soprattutto la gente, tanta gente con la chiesa sempre piena, anziani e giovani, donne, uomini e
bambini che seguivano la liturgia attenti e compresi, in alcuni momenti forse
anche un po’ commossi.
Se così è andato anche nelle altre chiese
delle isole allora c’è forse da ben sperare per il nostro e loro futuro. Forse
finalmente la gente ha capito che il Natale può essere la favola bella da
raccontare ai piccoli del bambino che nasce nella mangiatoia fra il bue
l’asinello mentre nel cielo brilla una stella cometa che indica la strada a
Gaspare, Melchiorre e Baldassare e tutto intorno il campo pullula di pastori e
di pecore con gli angeli che cantano “Gloria in excelsis Dei”. Ma ha capito
soprattutto che Natale è il grande
momento liturgico in cui il cristiano è chiamato a contemplare l’incarnazione
del Verbo in Gesù per elevare l’uomo ad essere “simile a Dio”, ed a considerare
il grande amore di Dio che accetta di svuotare se stesso per realizzare questo
progetto. Il progetto di cui il bambino nella mangiatoia, posto al centro del
Presepe, è simbolo. Buon Natale a tutti.
Michele Giacomantonio
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