Le volontà dei politici, reclamizzate in tutte le salse, si arrendono di fronte ai conti in rosso. Com’è capitato finora alla Regione e, soprattutto, a Palazzo dei Normanni, sede dell’Ars. In questi ultimi quattro anni le prediche sul risparmio sono state tenaci e quotidiane. Un esempio? Il prepensionamento di alcuni alti dirigenti dell’Assemblea è stato spiegato con la necessità di risparmiare. Il trasferimento dell’emolumento a carico del Fondo pensioni Ars restava invece sul groppone dell’Assemblea.
Le bugie hanno le gambe corte e non possono sempre confidare nel cervello fino.
Pare che la musica sia cambiata, perché il Presidente dell’Ars neo eletto, Giovanni Ardizzone, vuole farsi ricordare per un vero giro di vite. San Tommaso suggerisce di provare per credere. Un po’ di fiducia non guasta.
Il bilancio preventivo interno dell’Assemblea è stato messo a punto. Da 170 milioni di euro si dovrebbe passare a 155-160, con un taglio del quindici per cento, stando alle intenzioni annunciate da Ardizzone. 62 milioni sono il gap di Palazzo dei Normanni: la manutenzione del Palazzo Reale e il Fondo pensioni interno. Queste “voci” di bilancio fanno volare al primo posto l’Assemblea regionale nella virtuale classifica dei costi dei consigli regionali.
Qualche segnale di morigeratezza è arrivato con l’annuncio della modifica della pianta organica: non ci sarà il segretario generale aggiunto ed è prevista una riorganizzazione del lavoro con il taglio di alcune direzione e reggenze.
Ma le voci di bilancio più importanti restano gli emolumenti ai deputati regionali e al personale dipendente. Il Consiglio di presidenza dal 1947 ad oggi ha applicato, con qualche eccezione, l’aurea regola del parametro con il Senato della Repubblica. Non è una norma, ma una prassi, una consuetidine, che ha assunto il rango di norma.
Per conoscere i meccanismi di attribuzione degli stipendi, quindi, basta dare uno sguardo a ciò che avviene a Palazzo Madama. Nel 2010 la retribuzione media lorda dei dipendenti di Palazzo Madama è di circa 146 mila euro: il triplo dei docenti universitari, quattro volte di più dei medici, cinque volte di più degli insegnanti e personale della scuola.
La spesa per il trattamento di quiescenza al Senato è aumentata di circa il 20 per cento. Dal 2008 al 2012 gli stipendi e le pensioni hanno subito un incremento del 43 per cento. La causa? Il recupero triennale dell’inflazione, gli scatti di progressione automatici biennali, gli incrementi percentuali (gli stipendi non aumentano mai in valore assoluto,). Lo stipendio del dipendente di rango più basso, l’assistente parlamentare, reggiunge da 38 mila euro circa all’iniziale il tetto massimo di 159 mila euro, quattro volte di più, dunque: i coadiutori passano da 46 a 192 mila euro, i segretari da 56 a 255 mila, gli stenografi da 67 a 287 mila euro, i consiglieri da 85 a 417 mila euro lordi annui.
Nel mondo “normale”, un docente dispone di sei scatti con un incremento del 50 per cento della busta paga rispetto all’iniziale. Gli scatti automatici nel pubblico impiego sono stati infatti aboliti venti anni or sono.
Il bilancio dell’Assemblea regionale deve misurarsi con i meccanismi del parametro. Costi della politica, perché gli emolumenti nelle assemblee legislative sono state sempre “aggiornati” in parallelo, sia per le rappresentanze parlamentari quanto per il personale dipendente. E’ questa simmetria, accanto ad una rigida riservatezza, che sostanzialmente ha reso “intoccabili” gli emolumenti.
La stagione della spending review non ha finora sfiorato i meccanismi stipendiali. Non è lontanamente pensabile che accada oggi.
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