“Abbiamo voluto dar seguito all’art. 3 della Costituzione e al decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 1989 – precisa Ferrandelli – per abbattere una volta e per tutte le barriere discriminatorie che attanagliano la nostra societa’. Il nostro obiettivo e’ quello di garantire a tutti pari diritti e pari opportunita’. Le famiglie tradizionali sono ormai solo il 40%, noi dobbiamo pensare al restante 60% che vive situazioni al limite del paradossale. Penso anche alla nostra ‘fuitina’ e ai figli che spesso nascono al di fuori dei matrimoni tradizionali. Il ddl propone infatti misure concrete, come ad esempio l’accesso ai servizi sanitari”.
“E’ una battaglia che dobbiamo intestarci con forza – dichiara Mariella Maggio – per garantire il welfare a tutti, senza diversita’ di genere. Penso soprattutto ai figli nati in una famiglia non tradizionale, e’ giusto garantire a loro gli stessi diritti di cui gia’ godono gli altri ragazzi”. Fra le novità introdotte dal disegno di legge, che a breve approdera’ in commissione Affari istituzionali, c’e’ l’istituzione di un coordinamento regionale sulle discriminazioni sessuali.
Una nuova figura istituzionale, interna all’assessorato alla Famiglia, che si occupera’ di vigilare e promuovere ogni forma di intervento prevista dalla legge. “Sono lieta che questo testo approdi in aula -aggiunge Titti De Simone, coordinatrice del Palermo Pride – e che contemporaneamente, per la prima volta, Palermo sara’ sede del Pride nazionale. E’ una svolta epocale contro le discriminazioni e ci consente di portare avanti idee e progetti in tutti i settori, soprattutto in quello lavorativo, dove l’identita’ di genere e’ ancora soggetta a discriminazioni”.
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