La platea è stracolma. Con Simona Vicari e Gabriella Giammanco, Francesco Cascio e Scoma. Dietro, posti in piedi in Paradiso, con Giovanni Avanti preoccupato per le mosse del Governatore siciliano nelle prossime ore sulle Province. La vittoria al Senato nell’era di Grillo e di Crocetta andava festeggiata ad alta voce, ed Alfano non si sottrae: “C’è solo un’area di riferimento in Italia per i moderati ed è la nostra. Al di à della miseria elettorale dei voti di tutti gli altri, in quest’area, abbiamo riaffermato con forza la nostra presenza dopo il voto di ottobre che ci ha visto sconfitti, dimostrando che uniti si vince”.
La destra più berlusconiana ed alfanizzata di sempre, a trazione anteriore in Sicilia e senza l’ingombro di quel che resta del mondo della destra storica, polverizzata dal recente voto, parla però il solito linguaggio, concentrandosi più sugli altri, PD e Grillo, che su cosa vorrà fare: “Prevedo un bipolarismo di concetto, tra Grillo e tutti gli altri, mi auguro che l’UDC rifletta sulle proprie scelte e confido nella rivoluzione di parole di Crocetta. I siciliani sanno distinguere”. Poi, l’immancabile riferimento alla magistratura: “Il Governo di Prodi è caduto perché hanno indagato la moglie di Mastella non per Di Gregorio”.
C’è tanta fiducia nell’Alfano cha lascia Palermo sorridente. Quella che trova chi si rifugia al riparo nella propria roccaforte, alla vigilia delle grandi battaglie.
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