Al Sindaco del Comune di
Lipari
Al Presidente del Consiglio
Lipari, 04/03/2013
OGGETTO: STRATEGIE DI SVILUPPO SOSTENIBILE
PREMESSA
La nuova Direttiva Quadro 2008/98/CE, approvata dal Parlamento
Europeo e dal Consiglio il 19 novembre 2008, prevede che la crescita dei rifiuti
(scarti da consumi e produzione) debba disallinearsi dalla crescita economica
in modo da garantire uno sviluppo funzionale sia alla successiva gestione dei
rifiuti che all’uso delle risorse, soprattutto non rinnovabili ed introduce ex
novo la nozione di “riutilizzo”.
Le disposizioni della direttiva comunitaria, in conformità agli
indirizzi della strategia tematica per la prevenzione ed il riciclo,
individuano le azioni che gli Stati membri dovranno attivare per far sì che
l’Unione europea diventi una “società del riciclaggio”.
La nuova direttiva enuncia principi in parte già reperibili
all’interno del D.Lgs. 152/06 e s.m., oltre a indicare i seguenti obiettivi:
> entro il 2014 definizione da parte della Commissione di
obiettivi di prevenzione;
> entro il 2015 avvio almeno della raccolta differenziata di
carta, metalli, plastica e vetro;
> entro il 2020 riutilizzo e riciclaggio, per tali frazioni,
aumentato almeno fino al 50% in termini di peso;
> entro il 2020 riutilizzo e riciclaggio di rifiuti non
pericolosi originati dalle costruzioni e demolizioni aumentato almeno fino al
70% in termini di peso.
Pertanto, adottare misure di prevenzione non deve essere solo un
principio dettato dai programmi europei, ma è una opportunità economica ed
ambientale. Misure di prevenzione possono essere applicate a tutte le fasi del
ciclo di vita d’un bene, a partire dalla fase di progettazione e produzione, di
marketing, di distribuzione, vendita e impiego fino alla sua dismissione a fine
vita. Riutilizzare il prodotto più volte, ovvero allungarne la vita utile
evitandone la dismissione anzitempo, è una misura di prevenzione.
La Regione Siciliana affronta l'argomento nel luglio 2012 nel “Programma per la prevenzione della produzione dei rifiuti in
Sicilia”, una sorta di
“Linee Guida”nel quale sono elencate le modalità e gli strumenti attraverso cui
operare per ridurre la produzione dei rifiuti.
I diversi livelli in cui è possibile intervenire (es. imprese,
pubbliche amministrazioni, consumatori, ..etc.) determinano una molteplicità di
politiche e azioni che è possibile attivare da parte dei vari soggetti
interessati, ci interessa in questa sede sottolinearne un paio che ci sembrano
fattibili ed utili per avviare questo difficile processo di conversione.
Noi riteniamo che in quest'ottica di interesse comune ed impegno
personale, che verrà evidentemente
richiesto in misura sempre maggiore dal legislatore da ora in avanti, è
necessario cominciare ad attivare iniziative volte a perseguire gli obbiettivi
suesposti, che, lo ricordiamo, per poter essere efficacemente raggiunti
richiedono necessariamente la partecipazione attiva dei cittadini e la modifica
radicale di molte delle abitudini di vita della comunità, e ciò non è possibile
senza una convinzione in tal senso dell'azione politica.
Una prima utile e facilmente realizzabile iniziativa sarebbe
quella di far sposare alla nostra pubblica amministrazione la filosofia“Green
Public Procurement” (GPP- Acquisti Pubblici Verdi), che si basa su strumenti di politica ambientale
volontari atti a favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a
ridotto impatto ambientale ed ottenuti da materiale riciclato o riutilizzato.
Sulla base della normativa vigente e delle esperienze condotte, le
azioni possibili e più semplici per il raggiungimento degli obiettivi
prefissati sono:
- acquisto di carta in fibra riciclata; utilizzo di stampanti e fax con cartucce ricaricabili e prodotte
con materiale rifabbricato; scansione ed invio documenti tramite PEC per limitare il consumo
di carta; macchinette distributrici di caffè e di altre bevande calde che
prevedono una funzione per l’esclusione della fornitura del bicchiere; installazione di apparecchi che erogano acqua di rubinetto
trattata; divieto dell'uso dei sacchetti di plastica
Acquistare verde significa
quindi acquistare un bene/servizio tenendo conto degli impatti ambientali che
questo può avere nel corso del suo ciclo di vita dall’estrazione della materia
prima, allo smaltimento del rifiuto (ovvero "dalla Culla alla
Tomba"). Esso è uno dei principali strumenti adottati per mettere in atto
strategie di sviluppo sostenibile.
Risulta ormai evidente che
non è più sufficiente pensare solo allo “smaltimento” dei rifiuti, ma viceversa
pensare allo smaltimento di un prodotto già dalla sua progettazione, prevedendo
incentivi per le aziende eco-sostenibili e tassando maggiormente quelle che
utilizzano imballi non rinnovabili.
Dunque la soluzione al
problema rifiuti passa attraverso un processo molto complesso che interviene in
vari ambiti della vita di una comunità, ed i Comuni, per la parte di loro
competenza, hanno l'onere di farsi interpreti di questo cambiamento.
Un' altra iniziativa legata al tema rifiuti, ma al contempo un
interessante strumento aggregativo e di sostegno sociale, di cui ci si potrebbe
fare promotori sarebbe puntare sulla realizzazione di un “Centro del
Riuso”.
I centri del riuso perseguono le seguenti finalità:
- contrastare e superare la cultura dello
spreco delle risorse e dello “usa e getta”;
- promuovere la diffusione di una cultura
del riuso dei beni basata su principi di tutela ambientale e di solidarietà
sociale;
- promuovere il reimpiego ed il riutilizzo
dei beni usati ancora riutilizzabili e non inseriti nel circuito della raccolta
dei rifiuti urbani ed assimilati, prolungandone il ciclo di vita oltre le
necessità del primo utilizzatore per
ridurre la quantità di rifiuti da avviare a trattamento/smaltimento;
- realizzare una struttura di supporto a
fasce sensibili di utenti, consentendo una possibilità di acquisizione, a
titolo gratuito, di beni di consumo usati ancora funzionanti ed in condizioni
di essere efficacemente utilizzati per gli usi, gli scopi e le finalità
originarie dei beni stessi.
- Svolgere la funzione di aggregazione e condivisione
sociale
Quando un detentore decide di disfarsi di un bene che non soddisfa
più le sue esigenze, non è detto che questo non possa più soddisfare le
esigenze di un altro.
Un bene che non ha concluso il suo ciclo funzionale di vita può
entrare in reti di scambio di oggetti usati quali ad esempio mercatini, le reti
di solidarietà (es. baratto) ed appunto i Centri del Riuso,
che rappresentano uno strumento finalizzato ad intercettare beni
dismessibili, non ancora dismessi, quindi che possono prolungare il proprio
ciclo di vita se utilizzati da altri.
Considerato inoltre il grave periodo di crisi finanziaria e
occupazionale che il nostro territorio sta vivendo, un centro del riuso
potrebbe fornire sostegno alle fasce più deboli della popolazione, basti solo
pensare agli indumenti ed ai giocattoli per i bambini che spesso rappresentano
un forte costo per le famiglie e che in genere vengono usati per brevissimo
tempo.
In un Centro del Riuso in genere sono accettati i beni di consumo
ancora in buono stato di conservazione, anche da un punto di vista igienico e
funzionanti, che possono essere efficacemente ri-utilizzati per gli usi, gli
scopi e le finalità originarie.
A titolo esemplificativo e non esaustivo si elencano alcuni beni: piatti, posate e suppellettili; oggettistica; giocattoli; libri; indumenti; mobili; divani; lampadari (privati della fonte luminosa); reti e materassi; biciclette; passeggini e carrozzine; macchine fotografiche; elettrodomestici di piccola taglia (es. ferri da stiro, forni a
microonde, apparecchi per cuocere, ventilatori, apparecchi elettrici di riscaldamento, aspirapolvere, tostapane, macchine per cucire, frullatori, macinacaffè, friggitrici, apparecchi radio, video
registratori, apparecchi televisivi, telefoni, fax, cellulari, personal computer, stampanti ed altre
periferiche, piccole apparecchiature informatiche, .. etc.).
Attualmente i comuni che con grande lungimiranza hanno iniziato
politiche “Rifiuti Zero” diversi anni fa, oggi ottengono dai
rifiuti lavoro, torba bio-ecologica prodotta dal compost, riduzione della
bolletta dei cittadini, diminuzione delle spese relative allo smaltimento dei
rifiuti, un netto aumento del gradimento della pubblica amministrazione da
parte dei cittadini.
Per attivare questo tipo di attività è necessario individuare una
struttura adatta all'immagazzinamento e alla catalogazione delle merci, nonché
possibilmente un vano dedicato alle riparazioni. Senza dubbio nell'attivare queste iniziative
o altre attinenti il Comune può e deve servirsi della collaborazione delle
associazioni locali, un centro del Riuso può infatti essere utilizzato per
scopi sociali, didattici, per laboratori creativi.
Qualora si verificassero le condizioni per portare avanti questa
iniziativa, il gruppo del Movimento 5 Stelle di Lipari dichiara fin da adesso
di essere disponibile a fornire la propria collaborazione in forma gratuita
per:
-
gestione
e apertura del centro del RiUso in giorni e orari da concordare
-
creazione
di un archivio digitale delle immagini degli oggetti disponibili
- creazione
e gestione di un portale e/o di una pagina facebook dai quali l'utente possa
consultare direttamente online gli oggetti disponibili.
In attesa di un Vs. riscontro in merito, si porgono distinti
saluti.
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